Senegal, in bilico la Casamance

Senegal, in bilico la Casamance

Dopo gli scontri, Sant'Egidio media con i separatisti: «Ora lo scambio dei prigionieri»

«Stiamo lavorando perché il dialogo produca risultati di pace, anche perché anni di guerra hanno avuto conseguenze molto pesanti per la popolazione e gli sforzi stavano cominciando a fruttare. C'è una grandissima volontà di pace da parte delle comunità: bisogna riuscire a rispondere positivamente a questa richiesta». Da Banjul, capitale del Gambia, don Angelo Romano sottolinea così ad Avvenire gli sforzi compiuti dalla Comunità di Sant'Egidio per risolvere un conflitto, quello in corso nella regione indipendentista senegalese della Casamance, che dagli analisti viene descritto «a bassa intensità» ma che dalla fine degli anni Ottanta continua a causare vittime e tensioni.
L'ultimo episodio che rischia di avere conseguenze sul dialogo tra il governo di Dakar e gli indipendentisti del Movimento delle forze democratiche della Casamance (Mfdc) è avvenuto lo scorso 24 gennaio, quando 
truppe senegalesi inquadrate nella missione Ecowas nel confinante Gambia hanno inseguito un camion di trafficanti di legname, venendosi però a scontrare con pattuglie degli indipendentisti. Lo scontro ha provocato due morti tra i soldati senegalesi e uno tra le fila del Mfdc, mentre sette militari sono stati fatti prigionieri, così come tre sospetti ribelli.
Una delegazione di Sant'Egidio che dal 2012 facilita il dialogo tra le parti a Roma - guidata da don Angelo Romano -, dopo essere volata a Banjul è riuscita ieri a ottenere la consegna delle salme, chiedendo anche la liberazione dei prigionieri. «Si tratta di un primo passo in una situazione complessa - spiega don Angelo-. Basti pensare che il Mfdc ha anche occupato dei villaggi in Gambia, cosa che prima non era mai successa. 
Dall'inizio del dialogo Salif Sadio, leader indipendentista, aveva proclamato un cessate il fuoco unilaterale e molto efficace. In questi anni sono stati inoltre firmati diversi documenti tra le parti con iniziative congiunte per la costruzione della fiducia reciproca. Anche la popolazione stava cominciando a tornare in villaggi che erano stati abbandonati dagli anni Novanta».
Situata nel sud del Senegal, unita a Dakar dalla colonizzazione francese, la Casamance è una regione diversa dal resto del Paese sia per composizione etnica che religiosa. Le autorità hanno provato a risol
vere militarmente il conflitto, finendo però solo con l'esacerbare l'indipendentismo.
«Il conflitto - sottolinea don Angelo - ovviamente non ha consentito alla regione di svilupparsi, nonostante le grandi risorse naturali e il potenziale turistico. Anche per questo ora non possiamo permetterci che il dialogo si fermi». 


[ Paolo M. Alfieri ]