Migranti morti di freddo verso l'Italia

Morti di freddo, sognando l'Europa. L'ultima tragedia del Mediterraneo

Sette morti per freddo, alle porte dell'Europa. A poche miglia da Lampedusa. Ce l'avevano quasi fatta. Erano riusciti ad imbarcarsi, ad attraversare il mare in tempesta, a sfuggire gli aguzzini libici. L'Europa, l'Italia era lì. A portata di mano. Ma non ce l'hanno fatta. Faceva troppo freddo. Impossibile resistere.
Gli uomini della Guardia costiera, intervenuti insieme alla Ong spagnola Aita. Mari, sono riusciti a salvare 280 persone che erano a bordo di un barcone di 20 metri, a circa 20 miglia a sud dell'isola di Lampedusa. Tre cadaveri sono stati trovati sul barcone. Altri quattro migranti, tutti cittadini del Bangladesh, sono morti poco prima di arrivare a terra. Tutti sarebbero deceduti per ipotermia. L'imbarcazione era partita dalla Libia tre giorni prima.
E immediatamente è sdegno, rabbia e dolore. «Chiediamoci perché» si domanda e chiede don Carmelo Rizzo, parroco di Lampedusa da quattro mesi. «Il mio non è un appello ma una domanda. Alle istituzioni chiedo: perché ancora avviene tutto ciò? Perché tanta gente è ancora costretta a mettersi in mare con questo freddo e rischiare di morire?» Il barcone era stato individuato da un velivolo di Frontex e raggiunto da due motovedette della Guardia costiera partite da Lampedusa. Presenti in area una motovedetta della Guardia di Finanza e la nave della Ong Aita Mari, che hanno garantito attività di soccorso in sicurezza.
Circa 280 i sopravvissuti, portati al centro di Contrada Imbriacola, «che al momento ha superato le 750 persone, con una capienza media di 250 posti. 400 persone saranno spostate su una nave quarantena», informa il parroco. «Forse questi morti non fanno più notizia perché il nostro Paese è occupato solo dal Covid e dall'elezione del Presidente della Repubblica?», si chiede: «In ogni caso è disarmante».
Per l'arcivescovo di Agrigento, Alessandro Damiano, «è il trionfo della disumanità».«Siamo già oltre l'indifferenza - ha aggiunto - e siamo all'ostilità perché si continuano a fare scelte precise per escludere. Muri e fili spinati... è il trionfo della disumanità, incalza il deserto delle coscienze».
L`ennesima tragedia, denuncia la Comunità di Sant'Egidio
, «obbliga tutti a non restare indifferenti: non è accettabile morire di freddo a pochi metri dall'Europa». «Occorre che il nostro continente esca dal suo torpore e si preoccupi di salvare i tanti che sono ogni giorno in pericolo nel mare Mediterraneo - aggiunge Sant'Egidio - Ma è necessario, al tempo stesso, incrementare i corridoi umanitari - che hanno già offerto a oltre 4.300 profughi un preciso progetto di integrazione in Europa - e predisporre l'apertura di nuove vie di ingresso regolare per motivi di lavoro, come richiedono ormai da tempo molti imprenditori nel settore agricolo come in quello industriale e dei servizi alla persona».
Anche il Centro Astalli lancia un appello alle istituzioni, nazionali e sovranazionali, per non condannare «all'invisibilità uomini e donne in cerca di una vita dignitosa». «Ritorniamo a una politica che applichi le convenzioni internazionali, che abbia una visione di governo ispirata al rispetto dei diritti umani e che non lasci morire nell'indifferenza alcun essere umano» chiede padre Camillo Ripamonti.
Intato il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, ieri è tornato a chiedere un impegno dell'Europa e dell'Italia «che - dichiara - non possono girarsi dall'altra parte, perché l'isola da sola non può farcela». Lo stesso appello del primo cittadino di Palermo. «Sette giovani bengalesi sono stati stroncati da ipotermia a poche miglia dalla costa di Lampedusa - ha detto Leoluca Orlando - Ancora una volta, nell'indifferenza dell'Unione europea, si è consumata l'ennesima inaccettabile tragedia nel Mar Mediterraneo».
Anche il portavoce dell'Organizzazione internazionale delle migrazioni, Flavio Di Giacomo, elencando i decessi in mare da inizio mese (35) e quelli complessivi del 2021 (1.581) chiede «che ci siano più navi di soccorso, in grado di intervenire in modo tempestivo e veloce per salvare in tempo le vite in pericolo e portare i migranti in un porto sicuro». 

 


[ Daniela Fassini ]