Invisibili ma non al cuore

Volontariato
Gli «invisibili» nella città e il ruolo dei volontari

Avvolti negli stracci, negli angoli bui, coperti dai cartoni contro il freddo. A volte, quando passiamo accanto a loro per dare una moneta, o senza dare niente, quasi non ci accorgiamo che sotto quei panni sporchi c'è una persona. Con un nome e una storia. Una persona che si è schiantata a una curva del destino: ha perso il lavoro, si è separata, oppure soffre di un disturbo mentale.
A Roma i senzatetto che passano la notte all'aperto sono circa tremila. Durante il lockdown, in una città svuotata, li abbiamo visti affiorare come scogli nella bassa marea. Sono tanti (50 mila in tutta Italia secondo l'Istat) ma non sono una comunità, perché le comunità condividono valori. Loro invece, come ha scritto il fondatore della Comunità di Sant'Egidio 
Andrea Riccardi, «sono un fascio di storie personali segnate in profondità dall'assenza di legami, nascoste nelle pieghe di una popolazione che passa affrettata accanto a loro e che talvolta non sa come comportarsi. Alcuni cercano casa; altri, abituati alla strada, quasi ne hanno paura».
Può capitare infatti che, temendo di perdere le loro povere cose, di essere derubati dai loro simili, preferiscano il freddo e i rischi della strada al ricovero offerto dalle associazioni che si occupano di loro.
Ed è proprio a questi volontari che va rivolta la nostra gratitudine. Perché hanno il coraggio di rompere la barriera che separa la città dagli «invisibili». Perché hanno superato la paura di fermarsi davanti a persone diverse da noi. Perché hanno il coraggio di riconoscerle come uomini e donne: bisognosi non solo di aiuto materiale, ma anche di dialogo, di amicizia, di essere chiamati per nome.
«I volontari - scrive ancora Riccardi sono l'avanguardia della città che vorremmo: città fraterna, anche se fatta di gente diversa». Però vanno aiutati, questi volontari. E sostenute le realtà come Caritas, Opera San Francesco e Comunità di Sant'Egidio 
che offrono abiti, pasti e letti integrando l'insufficiente intervento delle istituzioni pubbliche.
A proposito. E' bene che il Comune di Roma da parte sua abbia promesso posti aggiuntivi per l'accoglienza. Ma il problema dei senzatetto richiede anche risposte nazionali sul modello della Finlandia, che ha dato case a chi ne ha bisogno senza condizioni. Per combattere la «cultura dello scarto», come la chiama il Papa, serve l'aiuto di tutti: istituzioni e singoli. O con il fare o con il dare: utilissimi entrambi.


[ Edoardo Segantini ]