Andrea Riccardi: La sfida del neopresidente per ridare al Libano il nome di Svizzera del Medioriente

Andrea Riccardi /Religioni e civiltà

Il Libano ha finalmente un presidente. Per quarantasei volte il Parlamento non aveva trovato l'accordo su un nome. Sono passati 890 giorni senza capo dello Stato, in una regione in fiamme, con un milione e mezzo di rifugiati su quattro milioni e mezzo di abitanti (senza contare i quasi 450.000 profughi palestinesi). Il presidente è il generale Michel Aoun, cristiano maronita secondo l'accordo intercomunitario: un revenant da una storia complessa che l'ha visto - alla fine degli anni Novanta e della guerra civile - gestire un interim presidenziale con il disegno di liberare il Paese dai siriani che, poi, lo scacceranno.
Dopo un lungo esilio, è tornato in patria con una posizione capovolta: amico della Siria e degli hezbollah, nemico dei sunniti di Hariri. Questi, però, ha stretto ora un accordo per portarlo alla presidenza, e ora Hariri è stato scelto come primo ministro.

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[ Andrea Riccardi ]