La liturgia di questa sera ci porta al ringraziamento al Signore per l’anno trascorso. È stato un anno molto complicato, difficile, di guerre e di violenza. Abbiamo parlato di “stagione della forza”.
Ebbene, nonostante tutto questo, noi ringraziamo il Signore perché ci ha tenuto uniti, ha tenuto unita la Comunità e ci ha indicato i passi da compiere in questo tempo difficile, tenendo aperte le porte delle nostre case, dei nostri cuori, accogliendo tutte le domande di benedizione - come diceva don Marco nell’omelia - che salgono da questo mondo, da tanti uomini e tante donne.
Il Signore ci ha tenuto uniti a lui, al suo Vangelo, alla sua Parola che è sempre lampada ai nostri passi. Ci ha tenuto uniti ai poveri, che sono stati maestri per noi anche quest’anno. E ci ha mostrato tanti miracoli della vita della Comunità, della vita nella fede, perché noi siamo sempre figli del Signore dell’impossibile, e questo tempo di Natale ci ricorda come l’impossibile sia reso possibile nella nascita di Gesù.
Per tutto questo ringraziamo il Signore, ci teniamo uniti a lui e fra noi e ci incamminiamo insieme verso l’anno che viene.
Chiediamo che sia un anno di pace e di benedizione per tutti coloro che soffrono per la guerra. Ricordiamo sempre il Mozambico, che vive ore molto complicate. Ricordiamo Gaza, con tutte le stragi che sono avvenute e con tutte le sofferenze che quel popolo porta con sé. Ricordiamo il Sudan e tutto il Medio Oriente.
Ricordiamoci nella preghiera ciascuno di noi e tutte le nostre Comunità, particolarmente quelle in Ucraina, per cui chiediamo sempre che venga presto la pace.
Di tutto questo ringraziamo il Signore. E ci auguriamo un anno di pace, di bene e di buona salute per tutti.