Attivo da anni nel cuore di Trastevere, l’asilo “I colori della pace” della Comunità di Sant’Egidio sarà costretto, dal prossimo settembre, a chiudere la sua attività, per mancanza di una convenzione con l’amministrazione comunale. Modello di integrazione per l’accoglienza di figli di cittadini italiani e stranieri, alcuni venuti con i corridoi umanitari, ha rappresentato, sin dalla sua apertura, un simbolo dell’integrazione possibile in una città, come Roma, in cui imparare a convivere sin da piccoli rappresenta un valore aggiunto.
Istituzione consolidata e apprezzata da tutti coloro che, nel tempo, hanno usufruito dei suoi servizi, era riuscita finora, con grandi sacrifici, a sopravvivere – anche durante la pandemia mantenendo i posti di lavoro - con quote di iscrizione contenute che consentivano la frequenza di un buon numero di minori provenienti da famiglie meno abbienti. Ma l’assessorato alla Scuola, da cui dipende la gestione degli asili cittadini, a tutt’oggi non ha favorito l’apertura di un bando per le nuove convenzioni e neanche accordato un “contributo ponte” per permettere alla struttura di continuare a funzionare. Siamo quindi costretti a sospendere l’attività per perdite economiche non più sostenibili.
La chiusura di un’esperienza multietnica e all’avanguardia come quella de “I colori della pace”, non solo apprezzata dai genitori della zona, ma visitata anche da importanti delegazioni italiane ed estere – come a suo tempo il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon -, non può che segnare una grave perdita per il tessuto cittadino e uno scoraggiante primato per un’amministrazione comunale che afferma di voler promuovere una sempre più valida offerta di asili nido alle madri e ai padri della nostra città. Ne dobbiamo tristemente prendere atto.
Roma, 8 luglio 2024