Lc. 6, 36-38
Ci siamo riuniti questa sera per ricordare Christopher Thomas, che ha perso la vita domenica scorsa proprio in questo parco.
Un giovane di 16 anni, come tanti altri giovani. Siamo qui, anche se molti di noi non lo conoscevano di persona, perché ci sentiamo profondamente coinvolti dalla sua vicenda.
Una vicenda che ha gettato un’ombra profonda di dolore in tutti noi, in tutta la città di Pescara e, direi, in tutta Italia.
Proviamo dolore per la sua perdita, per la perdita di un ragazzo così giovane e anche grande tristezza per il modo in cui ha perso la vita. Ma proviamo dolore anche per gli altri ragazzi, per le famiglie di tutti i ragazzi coinvolti in questa drammatica vicenda.
Abbiamo appena ascoltato il Vangelo di Luca che ci parla di misericordia. Di questo credo che noi tutti - i giovani, gli adulti, gli anziani della nostra città - abbiamo bisogno. Bisogno di pietà, che è quello che manca spesso. E’ mancato certamente nella triste vicenda che ci ha raccolto qui ma manca spesso anche nella nostra vita quotidiana. Misericordia, pietà, che sono sentimenti umani e rappresentano il contrario dell’indifferenza.
Proprio per questo, per non restare indifferenti, sentivamo il bisogno di stare qui e raccoglierci in preghiera. Pregare, che vuol dire anche cominciare a credere, con i nostri sentimenti e la nostra vita, in una Pescara più umana, a partire dai giovani. Giovani che vogliono ritrovare la gioia di vivere insieme, non solo la ricerca affannosa del proprio benessere. Ci chiediamo cosa possiamo fare per rendere il nostro mondo migliore e vivere come ci chiede il Vangelo che abbiamo appena letto e che ci invita a dare agli altri , non solo a pretendere di ricevere.
Certo, il dolore è grande e ci sono momenti in cui sembra che le parole non riescano ad esprimere ciò che si prova dentro. Ma il Vangelo ci ridà le parole e ci invita ad essere fratelli e sorelle, a parlare, incontrarci, pregare insieme, come stiamo facendo questa sera.
Anzitutto per non rimanere soli di fronte al dolore che ci portiamo dentro e poi per non restare indifferenti di fronte a fatti come questo, per riconoscere che c’è qualcosa da cambiare nelle nostre vite, nelle nostre relazioni, che un mondo diverso va pensato e costruito, a partire da oggi.
Il brano del Vangelo che abbiamo ascoltato ci indica la via. Che è quella del fuggire dai facili giudizi e dalla tentazione di sentirci sempre migliori degli altri. Il Signore ci mostra piuttosto la via della misericordia, come la strada maestra su cui costruire una cultura della pace e della non violenza. C’è bisogno di fermarci di più per ascoltare i bisogni di chi ci sta accanto, di chi incontriamo ogni mattina, una cultura della solidarietà che ci porti ad essere misericordiosi verso tutti, a partire dai più poveri, dagli ultimi della nostra città. Essere sensibili ai loro bisogni, farsi carico delle fragilità degli altri, è la via che il Signore ci indica. Per riconoscere che anche noi siamo fragili e bisognosi degli altri, per non perdere la nostra umanità.
Vogliamo allora pregare stasera il Signore perché consoli il dolore della famiglia di Christopher Thomas e di tutti coloro che sono stati coinvolti in questa triste vicenda, perché a partire da oggi possano nascere in tutti noi nuovi sentimenti. Perché dalla morte di Thomas sgorghi una risurrezione di umanità e di solidarietà per tutta la nostra città. Amen.