La Comunità di Sant'Egidio celebra oggi la Giornata mondiale dell'acqua sottolineando come questo bene, prezioso per l'umanità, debba servire per costruire ponti di pace e non essere all'origine di crisi regionali se non di guerre o grandi emigrazioni. Si calcola infatti che nel solo periodo compreso tra il 2000 e il 2023, il mondo abbia assistito - sono dati dell'UNHCR - a 1.385 conflitti, tra piccoli e grandi, in cui l'acqua ha giocato un ruolo cruciale, sia come fattore scatenante sia come strumento utilizzato contro le popolazioni civili.
In particolare, la situazione in Somalia nel 2023 ha messo in luce la gravità della crisi idrica e il suo impatto diretto sulle migrazioni forzate. Quasi 3 milioni di persone si sono spostate all'interno del paese, spinte da una combinazione di siccità, inondazioni, insicurezza e conflitti.
In questo contesto, da tanti anni, Sant'Egidio lavora in molti paesi africani per trasformare l'acqua da potenziale fonte di conflitto a strumento di pace e sviluppo intraprendendo iniziative significative per migliorare l'approvvigionamento idrico e affrontando la carenza di risorse idriche e alimentari causate da degrado del suolo e desertificazione.
Tra le azioni compiute, vi sono interventi strutturali nelle carceri africane per migliorare l'accesso all'acqua potabile mentre, in Malawi, il programma DREAM ha promosso la creazione di orti comunitari, sostenendo l'autosufficienza alimentare della popolazione e migliorando la nutrizione delle famiglie rurali. Inoltre, l'educazione all'uso corretto dell'acqua nelle Scuole della Pace di Sant'Egidio e nei Centri nutrizionali in Mozambico e Malawi sottolinea l'importanza nel prevenire malattie legate all'acqua, migliorando la salute e il benessere delle comunità.