I rischi della identità: tra vittimizzazione e democrazia immunitaria, tutti i processi dell’esclusione. Nel dialogo tra la filosofa Donatella De Cesare, il sociologo Oliver Roy, il rabbino Di Segni l’arcivescovo di Berlino e il Presidente coreano del Word Methodist Council al Panel "Dall'Io al Noi, una strada possibile", sono emersi i pericoli insiti nelle nostre democrazie fondate sull’Io.
Attraverso un fitto scambio intellettuale gli oratori hanno messo in luce come le nostre democrazie sono sempre più dei recinti escludenti, in cui i diritti umani sono riservati unicamente a chi gode già dei diritti civili politici. L’esclusione si rafforza e diventa aggressiva a partire da microidentita vittimistiche: la vittima sono sempre io, non il migrante che annega nel Mediterraneo.
Senza il Noi non esiste l’Io, ha ricordato il moderatore Mario Marazziti, raccogliendo i numerosi spunti del confronto: siamo tutti sempre fatti di relazioni. Mentre Oliver Roy ha indicato nelle pratiche comunitarie di Sant'Egidio la via possibile per rispondere alle derive distruttive del nuovo individualismo. Un esempio che è stato offerto anche dalla testimonianza di Latifa Ibn Ziaten, madre di una vittima del terrorismo, che ha risposto al sangue non con la vittimizzazione ma con lo sforzo di comprendere e andare incontro a chi ha scelto il linguaggio della violenza.