Prima di tutto salvare. Lo ha affermato il presidente di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo, in una conferenza stampa in cui ha elencato le proposte che la Comunità, forte di una robusta esperienza sul campo, sia nell'accoglienza che nell'integrazione dei migranti, ha voluto rivolgere all'Italia e all'Europa per favorire un'immigrazione regolare. "L'Europa deve essere messa di fronte alle sue responsabilità" ha spiegato " La storia degli ultimi mesi ha dimostrato che la presenza delle ONG non è un pull factor per l'emigrazione. L'Italia è il paese europeo che salva più vite in mare. Deve coinvolgere l'Europa con i salvataggi, basta con le morti in mare.".
Poi bisogna "aumentare il numero degli insediamenti, sulla base del concetto di solidarietà", e valorizzare "il tema dell'affluenza diffusa soprattutto per i minori non accompagnati". Su di loro insiste Marco Impagliazzo, sottolineando quanto essi costituiscano una risorsa, un potenziale di futuro per il nostro paese in forte calo demografico. Ma bisogna sostenere l'attività di formazione: "Ci sono strutture in Italia - penso alla Città dei ragazzi, o alla rete delle scuole salesiane - che hanno formato migliaia di ragazzi poveri, figli delle periferie italiane, che sono diventati ottimi cittadini. Bisogna sostenere questa rete e offrire un percorso formativo ai minori non accompagnati. Inoltre - ha proseguito - chiediamo che venga promosso lo strumento dell'affidamento familiare, previsto dalla legge, ma scarsamente applicato. Ci sono famiglie che desidererebbero essere affidatarie di questi ragazzi ma la burocrazia è lenta e frena una best practice che si potrebbe allargare, se i procedimenti fossero piu' rapidi". In un paese affetto da crisi demografica e calo della natalita', che va pure sostenuta, non ha senso tuttavia "perdere i giovani che gia' ci sono".
Il presidente di Sant'Egidio ha espresso apprezzamento per il fatto che il governo abbia ampliato il decreto flussi "ma quello che registriamo è che è stata prevista una quota di badanti troppo bassa, circa 9.500 persone, una cifra sproporzionata rispetto ai bisogni delle famiglie italiane".
Un'altra proposta riguarda il riconoscimento dei titoli di studio già acquisiti all'estero evitando gli ostacoli esistenti". Un esempio a riguardo sono gli infermieri: "la loro carenza nel nostro paese e' strutturale". Eppure "ci sono paesi con cui non c'e' equipollenza del titolo, che si potrebbe realizzare magari con corsi aggiuntivi sorretti da borse di studio". In sostanza "uno snellimento burocratico che non e' complicato, facendo sì che le emergenze divengano un'occasione".