In Malawi c'è un'iniziativa che sta portando frutti inaspettati, accendendo luci in fondo ai tanti tunnel che accompagnano spesso la vita di chi è malato: è il progetto di orti biologici coltivati e mantenuti proprio dai pazienti sieropositivi afferenti al programma Dream.
“L’idea nasce nel 2017 - spiega Davide Brambilla, biologo impegnato nel programma Dream della Comunità di Sant'Egidio - grazie all’iniziativa di Sant’Egidio e di Slow Food International, con il sostegno delle Comunità Laudato si’. Lo scopo iniziale - prosegue - era quello di avviare tre orti nell’area di Blantyre, una città nella regione centrale del Paese, per sostenere alcune famiglie di pazienti molto povere e anche per produrre frutta e verdura per il centro nutrizionale “Giovanni Paolo II”, sempre gestito da Sant’Egidio, che offre un pasto quotidiano a circa 700 bambini della zona. Con il tempo e con i sostegni ricevuti, siamo riusciti a creare 60 orti in tutto il Malawi, che danno lavoro a circa 900 contadini, 15 più o meno per ogni orto, e dei frutti della terra beneficiano più di 5 mila persone".
Questi orti, oltre al beneficio nutritivo per la cura dell'Hiv, hanno dato un’occasione nuova a questi malati che, afflitti dalla malattia, pensavano di non avere più possibilità di riscatto e di essere lasciati ai margini della società.