Il generale Francesco Paolo Figliuolo, Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, ha visitato nel pomeriggio di lunedì 27 settembre la Comunità di Sant'Egidio, con cui ha avviato una collaborazione per la somministrazione dei vaccini alle persone fragili e "invisibili" fin dal mese di luglio.
La visita è iniziata a Palazzo Leopardi, il centro della Comunità di Sant’Egidio a Trastevere che ospita la Scuola di lingua e cultura italiana e dove risiedono alcune famiglie arrivate con i corridoi umanitari. Ha incontrato studenti e rifugiati che provengono da ogni parte del mondo. Sono una parte di coloro che hanno beneficiato dell’hub vaccinale nell’ex ospedale San Gallicano, nato dalla collaborazione della struttura commissariale del governo con la Comunità di Sant’Egidio, la Regione Lazio e l’Asl Roma 1.
L’hub ha dato accesso al vaccino soprattutto a chi rischiava di rimanere escluso dalla campagna vaccinale anche per problemi burocratici: persone senza dimora e fragili, privi di codice fiscale e tessera sanitaria, italiani e nuovi arrivati.
L’hub vaccinale ha somministrato più di 7000 dosi di vaccino e già 5200 persone hanno ottenuto la seconda dose da luglio a oggi. «Le vaccinazioni hanno avuto un valore aggiunto – ha sottolineato il generale Figliuolo a margine della visita a Palazzo Leopardi – si è creato un circolo virtuoso tra persone meno abbienti, che hanno saputo dell’offerta formativa (di Sant’Egidio). Mi ha fatto piacere vedere delle classi piene di uomini, donne e bambini provenienti da tutti i continenti. Questa è una bella Italia». L'hub infatti rappresenta anche un'eccellenza italiana, motivo della visita del generale alla Scuola e a Sant’Egidio, dopo i primi mesi di collaborazione.
Anche il presidente della Comunità, Marco Impagliazzo, ha evidenziato come l’iniziativa è stata «un grande passo in avanti per la salute di tutti e per l’integrazione. È un grande programma quello dell’hub vaccinale, che proseguirà – ha detto in conclusione – C'è una ripartenza che è vera e valida se coinvolge anche gli ultimi, perché come ha ricordato papa Francesco: ‘ci si salva solo insieme’».