Dopo l'alluvione e la frana, nella discarica di Hulene arriva la solidarietà di Sant'Egidio

le forti piogge che si sono abbattute sul Mozambico hanno fatto vittime tra i più poveri

In Mozambico dall’inizio di gennaio è  iniziata la stagione delle piogge che quest’ anno appaiono più abbondanti del solito, provocando danni alla popolazione in molte parti del paese. La settimana scorsa, in particolare una grande pioggia si è abbattuta su Maputo, provocando una frana della “lixeira” (discarica) di Hulene. 

Situata ai margini della città, è il luogo dove tante famiglie povere sopravvivono cercando materiali riciclabili da vendere a 50 centesimi al kilo. Molti sono i bambini di strada che si costruiscono un rifugio alle basi della discarica e lì passano le giornate a cercare tra i rifiuti fumanti qualcosa di utile. La pioggia torrenziale di questi giorni e la frana hanno travolto durante la notte le povere abitazioni e i rifugi circostanti, distruggendo tutto e facendo molte vittime. Le case sono state sepolte, 21 persone sono morte, altri salvati dalle macerie, molti feriti sono ora ospedalizzati. Circa 328 le persone di 34 famiglie hanno bisogno di acqua, cibo, vestiti, materiale scolastico per i bambini per tornare a scuola.

La Comunità di Sant'Egidio DREAM e i Giovani per la Pace di Matola hanno visitato fin dai primi giorni le persone colpite dalla tragedia le quali sono state raccolte in un campo di tende messo a disposizione dal Comune di Maputo, la maggior parte di loro ha perso tutto, non solo la casa, molti di loro hanno visto morire anche le loro famiglie e sono rimasti soli. Una grande raccolta è stata lanciata dai Giovani per la Pace nelle scuole, molti ragazzi hanno portato materiale scolastico per i bambini  libri, quaderni, zaini. Medicine, vestiti e utensili per cucinare sono stati raccolti a Matola tra le madri dei bambini del Centro Nutrizionale di Sant’Egidio e tra gli abitanti del quartiere, così si è potuta fare una prima grande distribuzione di generi di prima necessità.

Il giorno della distribuzione si sono uniti alla Comunità alcuni tecnici di medicina che lavorano per il programma DREAM, i quali hanno visitato i bambini e non solo, che a causa delle condizioni di vita nel campo di raccolta cominciano ad avere problemi di malaria, infezioni gastro-intestinali e respiratorie.
Alcune donne della Comunità hanno invece visitato i feriti in ospedale. Tra di loro la piccola Cecilia di 3 anni e mezzo, che ha perso sei membri della famiglia e Abdul, di 7 anni, che ha perso tutta la sua  famiglia.
Nei prossimi giorni continueranno le raccolte, le distribuzioni, e le visite e l’amicizia per chi non ha più nessuno.