Educare le nuove generazioni al valore della solidarietà e dell’inclusione, a considerare la diversità come una ricchezza. Mettere in campo attività di prevenzione della dispersione scolastica e del disagio giovanile, con interventi mirati nelle aree di maggior svantaggio culturale. Favorire il contrasto di ogni forma di discriminazione. Attivare progetti di Alternanza Scuola-Lavoro.
Sono alcuni degli obiettivi del Protocollo di intesa siglato oggi dalla Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli e dal Presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo presso il Salone dei Ministri del Miur, il ministero dell’Istruzione, università e ricerca.
“La collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio - dichiara la Ministra Valeria Fedeli - è per il Miur un onore e un punto qualificante: promuovere iniziative che diffondano tra studentesse e studenti il valore della solidarietà sociale e tradurre questa sensibilizzazione in atti concreti, con interventi di supporto all’educazione di cittadine e cittadini di domani al rispetto delle culture e della convivenza civile. La firma di oggi si inserisce nel solco di tutte quelle azioni che come Ministero stiamo promuovendo per una scuola che sia sempre più innovativa, aperta, inclusiva e capace di valorizzare le differenze e rimuovere gli ostacoli, così come chiede anche la nostra Costituzione”.
“Quest’accordo – ha commentato Marco Impagliazzo - sottolinea la ricchezza del valore dell'integrazione e riporta le periferie al centro delle nostre azioni. Il Protocollo prevede fra l’altro percorsi di formazione al mondo del lavoro, il contrasto del disagio, attività di collaborazione per l’inserimento delle nuove e dei nuovi italiani nella nostra società, formazione delle e dei docenti sul tema dell’inclusione” .
Tra gli obbiettivi realizzati l'anno scorso una "summer school" per i bambini Rom di Castel Romano per facilitare il loro inserimento scolastico nel settembre scorso, l'attuazione di numerose convenzioni per progetti di alternanza scuola-lavoro - che ha permesso la conoscenza dei poveri a oltre 1500 studenti italiani - l'attivazione di percorsi formativi di carattere culturale e "civico" negli istituti scolastici, la formazione di mediatori culturali e l'organizzazione di servizi per la lotta alle tossicodipendenze, all'alcolismo e, più in generale, alla prevenzione del disagio giovanile.