Freddo, Sant'Egidio: appello urgente ai cittadini e ai Comuni italiani dopo la morte in due giorni di due senza dimora

FREDDO, SANT’EGIDIO: LA MORTE IN DUE GIORNI DI DUE SENZA DIMORA, A ROMA E VERONA, NON PUÒ LASCIARCI INDIFFERENTI - DOMANI SERA, NELLA CAPITALE,
LA COMUNITÀ RIAPRE LA CHIESA DI SAN CALISTO
Un appello urgente ai cittadini e a tutti i Comuni italiani


Ai primi freddi di questo inverno, in soli due giorni, sono morti due senza fissa dimora, prima a Verona, poi a Roma. L’ultimo, Damiano, è stato ritrovato senza vita nel parcheggio di un supermercato nel quartiere di Tor Bella Monaca. Di fronte a queste morti non si può far finta di niente. Perché si può morire di freddo, ma anche di solitudine e di indifferenza.

La Comunità di Sant’Egidio lancia un appello a tutti cittadini. Ognuno può fare qualcosa: fermarsi davanti a chi vive per strada, portare una coperta, capire come aiutarlo, rivolgersi a chi già aiuta, come alle nostre sedi in tutta Italia ( www.santegidio.org )

La Comunità di Sant’Egidio, ampliando le strutture che offre normalmente a chi vive per strada (tra cui – solo nella Capitale - Palazzo Migliori, gestito insieme all’Elemosineria Apostolica e la Villetta della Misericordia all’interno dell’ospedale Gemelli)  aprirà da domani sera la chiesa di San Callisto a Trastevere, dove potranno essere ospitate 40 persone in più per la notte.

L’inverno non è una calamità improvvisa e innaturale, ma ampiamente prevista, anche se può arrivare in ritardo, com’è accaduto quest’anno. Per questo un appello urgente è rivolto anche alle istituzioni: tutti i Comuni italiani, nessuno escluso, devono avviare o potenziare con urgenza il loro piano freddo, prima che le prossime ondate di gelo provochino nuove vittime.
Roma, 30 dicembre 2019