Il presidente Macron interviene al meeting di Sant'Egidio: «Dopo la guerra un nuovo ordine internazionale». «Dovremo ripensare i rapporti con Mosca»
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Il presidente Macron interviene al meeting di Sant'Egidio: «Dopo la guerra un nuovo ordine internazionale». «Dovremo ripensare i rapporti con Mosca»

Primo piano. La guerra in Europa

Il presidente francese Emmanuel Macron raccoglie la sfida lanciata dalla Comunità di Sant'Egidio che organizza fino a martedì a Parigi l'incontro internazionale «Immaginare la pace». Nella giornata inaugurale, ieri Macron ha detto che dopo la guerra in Ucraina «dovremo ripensare il nostro rapporto con la Russia», e ha invocato un «nuovo ordine internazionale».
«Dobbiamo sforzarci di avere sufficiente immaginazione per pensare la pace di domani, la pace in Europa sotto una nuova forma», ha detto il presidente francese dopo avere ascoltato gli interventi del fondatore di Sant'Egidio Andrea Riccardi - «La memoria della guerra ha perso valore, la speranza di pace si è indebolita» -, del grande rabbino di Francia Hdim Korsia, del rettore della grande moschea Chems-Eddine Hafiz, del primate anglicano Justin Welby, dell'arcivescovo Laurent Ulrich, del segretario dell`Académie françoise Amin Maalouf, della sindaca Anne Hidalgo e della rifugiata afghana Lina Hassani.
Macron ha detto di avere davanti a sé «un bel discorso che mi hanno preparato» ma ha preferito parlare a braccio, «reagendo con grande modestia agli spunti offerti dalle personalità che hanno parlato prima di me». L'incontro organizzato da Sant'Egidio chiede una riflessione che non si rassegni al contingente, a una realtà segnata purtroppo dal ritorno di guerre spaventose che infuriano dall'Europa al Medio Oriente. Macron coglie allora l'occasione per dire che «dovremo tenere in conto la riconciliazione con i Balcani e la realtà di un'Europa nella sua forma geografica, che non è né solamente l'Unione europea né completamente la Nato».
Macron chiede di «costruire un nuovo ordine internazionale perché quello attuale, oggi, è incompleto e ingiusto» e perché «molti dei Paesi più popolosi non esistevano quando i seggi sono stati distribuiti. Oggi serve un ordine nel quale i Paesi sono degnamente rappresentati, e dobbiamo farlo con istituzioni molto più giuste, che si tratti delle Nazioni unite, della Banca mondiale o del Fondo monetario internazionale». «Ne parlerò questa settimana all'Onu», ha aggiunto il presidente francese, che martedì e mercoledì sarà all'Assemblea generale delle Nazioni unite a New York.
Il capo dello Stato francese in passato è stato molto criticato per le sue varie iniziative verso la Russia: sia quando si è prodotto in coraggiosi tentativi di pace, come il viaggio in extremis al Cremlino pochi giorni prima dell'invasione russa dell'Ucraina, poi quando ha parlato della necessità di «non umiliare la Russia», e infine quando si è fatto trattare da bellicista per avere evocato l'invio di truppe di terra in Ucraina, in modo da aiutare Kiev a difendersi dall'aggressione russa, ma con il rischio di entrare in guerra.
Macron ieri ha poi «appoggiato» l'appello lanciato dal rabbino Haim Korsia, che ha suggerito l'attribuzione del Premio Nobel per la pace alla Comunità di Sant'Egidio. 

 

[ Stefano Montefiori ]