Macron al meeting di Sant’Egidio: “Per arrivare alla pace si deve riumanizzare l’altro”
PACE

Macron al meeting di Sant’Egidio: “Per arrivare alla pace si deve riumanizzare l’altro”

Anche il presidente francese è stato tra gli ospiti dell'evento parigino dell’organizzazione italiana

PARIGI - ''Chiunque fa credere che la soluzione possa essere nella distruzione dell'altro crea la guerra eterna. La pace è possibile solo nella coesistenza''. Emmanuel Macron inaugura il meeting internazionale organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio insieme all'arcidiocesi di Parigi con un riferimento al conflitto in Medio Oriente. Il capo dello Stato francese chiamato a «Imaginer la Paix», immaginare la Pace, come s'intitola il grande raduno, non nasconde la difficoltà dell'esercizio. Due anni fa, partecipando alla precedente conferenza di Sant'Egidio a Roma, dopo l'invasione russa dell'Ucraina e quando sembrava esserci ancora un canale aperto tra Eliseo e Cremlino, Macron aveva parlato della necessità di costruire una «pace impura».

Il rapporto tra Macron e Sant’Egidio
Questa volta, con i venti di guerra sempre più forti e l'escalation in corso tra il Nord di Israele e il Libano, il leader francese insiste sulla “necessità della coesistenza e del riconoscimento” anche rispetto ai nemici di oggi. ''Il primo dovere per la pace - spiega- è il bisogno di riumanizzare. Conoscere, comprendere ‘l'altro’”. Il palazzo dei Congressi a Porte Maillot accoglie con un applauso il leader, reduce dalla nomina del nuovo governo Barnier. L'intervento davanti a una platea di rappresentanti di varie religioni, di autorità internazionali, ma anche di giovani convinti che il dialogo sia la migliore arma contro la violenza, offre a Macron una piccola tregua politica. È stato lui a incoraggiare l'organizzazione della conferenza nella Ville Lumière. Macron viene accolto all'ingresso dal presidente di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, e poi va a salutare Andrea Riccardi. Il rapporto del leader francese con il fondatore di Sant’Egidio è ormai consolidato. Macron considera il modello della “piccola Onu di Trastevere” di grande ispirazione e ha intrecciato nel tempo con Riccardi una relazione di stima e rispetto.

"La cultura della pace - dice Riccardi prima di lasciare la parola a Macron - oggi è in crisi a causa della brutalità delle guerre, delle aggressioni, del terrorismo ma anche perché è stata consumata un'eredità morale trasmessaci dal Novecento e dalle sue terribili esperienze". Quindi l'appello a non perdere la cosiddetta "memoria dell'orrore", la consapevolezza dei fatti più tragici della storia, come la Shoah, i cui sopravvissuti sono ormai rimasti pochissimi. Macron in prima fila ascolta con attenzione gli interventi delle altre personalità chiamate a parlare prima di lui, tra cui il Gran Rabbino di Francia, Haim Korsia, che ha caldeggiato l'attribuzione del Premio Nobel per la pace alla Comunità di Sant'Egidio. «Sottoscrivo», dice Macron nel suo discorso fatto a braccio, nel quale ha citato i padri fondatori dell'Unione europea. Quei leader illuminati che dopo il disastro della Seconda guerra mondiale, riuscirono ad immaginare un progetto ''inedito'' e ''non egemonico'', che ha portato a decenni di pace e prosperità tra nazioni un tempo fratricide.

I forum
Il popolo della pace, radunato a Parigi, continuerà a dibattere in una ventina di forum con autorità religiose, studiosi e intellettuali, e anche «testimoni» come Lina Hassani, rifugiata dell’Afghanistan, presente all'inaugurazione. A chiusura della tre giorni, umanisti laici ed esponenti di tutte le religioni - a cominciare da cristiani, ebrei e musulmani - si ritroveranno insieme sul sagrato di Notre Dame. In questo «laboratorio vivente», come l'ha definito la responsabile in Francia di Sant'Egidio Valérie Régnier, le discussioni si preannunciano appassionate e ambiziose. Un appuntamento che è solo una tappa per non arrendersi al "falso realismo della guerra, con la sua logica inarrestabile" come ha sottolineato il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, alla liturgia celebrata nella chiesa di Saint Sulpice.
 


[ Anais Ginori ]