Natale è quando si esiste veramente

Il senso della festa
Natale è trovare posto per chi non lo ha, come i bambini respinti alle frontiere del freddo.

Purché ci sia un posto...« è l'attesa di tutti ed è la contraddizione del Natale. Per la famiglia di Nazareth non c'era posto a Betlemme, se non in una stalla. Il «non erat locus eis» è il «non Natale» di tanti. Addirittura in alcuni si nasce senza essere registrati in una anagrafe. Semplicemente non si esiste.
Addirittura alcuni 
popoli non sono registrati come i Rohinghya o, ricorda Adriana Gulotta in `Nascere non basta` (ed. San Paolo), i bambini indocumentados al confine con gli Stati Uniti. Il progetto `Bravo` ha puntato a far nascere anagrafi e a dare documenti certi a tante persone, soprattutto bambini, in Africa. Agli stessi si rivolge ora «#coopforafrica» una campagna di raccolta fondi per favorire la vaccinazione e la lotta al Covid in Africa.
Di fatto si nasce e si rinasce quando il nostro nome è chiamato con affetto da qualcuno, quando qualcuno si prende cura, come è accaduto nel «presepe vivente» allestito da Sant'Egidio 
a Natale, con il coinvolgimento di tanti che volontariamente hanno aiutato, sotto una tenda, in piazza Santissima Annunziata e al centro Spazio Reale a San Donnino; o nelle scuole di italiano di Firenze per gli stranieri che imparando la lingua possono diventare nuovi europei: nei giorni scorsi sono stati consegnati loro diplomi, certificati dall'Università di Siena. Ai profughi è destinato anche `Speaking Dante`, il progetto della produttrice teatrale Julia Holden e diretto da Justin Butcher. Sono segni luminosi nel mondo su cui grava il Covid. 

 


[ MICHELE BRANCALE ]