"Ho imparato a vedere la città con occhi nuovi"

"Ho imparato a vedere la città con occhi nuovi"

Giacomo Mosca. Volontario Sant'Egidio, 23 anni «Ho iniziato per caso. Un'esperienza che cambia»

Il giro serale è stata una scoperta. Avevo quella città sotto gli occhi, tutti i giorni, eppure non la vedevo davvero. Ora delle persone che vivono in strada so il nome, so la loro storia. Con diversi siamo diventati amici». Nel giro in notturna a portare coperte, cibo e soprattutto vicinanza alle persone senza fissa dimora Giacomo Mosca si è trovato quasi "catapultato" durante il primo lockdown. Non che fosse un estraneo al mondo della solidarietà, anzi. Mosca, che ha 23 anni ed è all'ultimo anno della magistrale di Scienze politiche all'Università di Genova già era all'opera, con la Comunità di Sant'Egidio, nell'esperienza della "Scuola della pace" a Molassana.

Scuola della pace che è una proposta della Comunità, in Liguria come in Italia, per dare un punto di riferimento ai bambini e ai ragazzi dopo la scuola, un luogo dove poter fare i compiti e stare assieme evitando le pericolose derive della solitudine e della strada. La pandemia si impone al mondo. Sovverte ogni cosa. E, per quanto riguarda il servizio di assistenza ai bisognosi, impone ai volontari più anziani di fare un passo indietro. Per precauzione. «Io come altri giovani siamo subentrati nel giro serale a partire dal lockdown della primavera 2020 per aiutare i volontari più anziani, per non esporli al contagio – afferma Mosca – e questo cambiamento, imposto dalla pandemia, è stato per me una grandissima scoperta». Si apre uno sguardo altro. Diverso.

«Chi vive in strada troppo spesso è considerato quasi parte dell'arredo urbano. Le persone passano e vanno oltre, con sguardo indifferente. Io, dalla pandemia in avanti, ho avuto una grande occasione: quella di conoscerli. Di dare loro aiuto, un pasto caldo, coperte ma soprattutto di spezzare la loro solitudine. È stata una scoperta enorme per me. Nel lockdown, nel momento in cui ogni cosa sembrava impossibile, in cui tutti si sono sentiti irrilevanti davanti a una cosa così grande, ho capito che io, in quel giro serale, facevo e faccio qualcosa di importante per gli altri e per me». Tra i momenti più toccanti di questi mesi Giacomo Mosca ricorda la reazione alla morte di Mario, il clochard di 40 anni morto un anno fa per il freddo in via Volta a Carignano: «La preghiera organizzata in piazza Piccapietra, per Mario, dalla Comunità di Sant'Egidio, è diventata un momento di raccoglimento per centinaia di cittadini.

E tanti giovani, come me, hanno mostrato la loro indignazione e la necessità che quanto successo a quella persona non accada più». Al venerdì al giro di sera della Comunità ci sono ragazzizi dell'età di Giacomo, mentre al giovedì l'età media si alza (ma di poco, fino ai 30 anni). Sono i giovani che portano aiuto a chi sta nell'emergenza più dura. A chi è in strada. «Ai ragazzi cosa dico? Di fare la propria parte, di dare una mano, di non restare indifferenti - conclude Giacomo - di prendere parte, attivamente, alla costruzione del futuro della nostra città. E questo futuro non può che partire dall'attenzione del più povero, del più scartato, del più debole».


[ S.Ped. ]