La Scuola della Pace al Crosione di Pavia

"Quello che ricevo è sempre più di quello che do": la testimonianza di una giovane volontaria di Sant'Egidio

Venerdì 22 ottobre sono riprese le attività della Scuola della Pace organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio al Crosione, una periferia di Pavia. Giulia Villa, 19 anni, è una studentessa di Scienze Politiche impegnata al fianco dei bambini assieme a tanti giovani pavesi.
Ciao Giulia, ci spiegheresti brevemente cosa si fa alla Scuola della Pace?
"Incontriamo i bambini una o due volte a settimana e li affianchiamo nello svolgimento dei compiti. Cerchiamo sempre di accompagnare l'attività didattica con momenti di svago, come uscite alla Vernavola, un gelato o li invitiamo a festeggiare un compleanno. In altre occasioni invece parliamo loro del mondo, dei suoi problemi, di quello che vogliamo fare per costruire la pace a partire dalla nostra città, per renderli partecipi del nostro sogno di cambiare tante situazioni che non vanno".
Da quanti anni sei volontaria?
"Tre anni".
Per molti il volontariato è un'esperienza "a termine". Cosa ti ha spinto a prolungarla nel tempo?
"La Scuola della Pace, che vista dal di fuori può sembrare "solo" un'esperienza di volontariato, prescinde dal significato che si dà a quest'ultima parola. La Scuola della Pace permette di agire concretamente per tentare di migliorare determinate situazioni, e questo mi dà una sensazione di "pienezza, ma sfocia in qualcosa di più e permette di creare rapporti umani sia con i bambini e le loro famiglie che con gli altri ragazzi e ragazze che la fanno con me. Queste relazioni hanno fatto in modo che, almeno per me, risultasse impossibile pensare di non andare più alla Scuola della Pace, perché voglio continuare a coltivare le relazioni che grazie a essa sono nate".
I bambini sono stati segnati duramente dalla pandemia, quali sono le maggiori sfide che incontrate con loro?
"Per quanto riguarda alcuni bambini anche solo farli uscire di casa, dopo mesi passati sui dispositivi, è risultato difficile. La difficoltà maggiore però riguarda il tentativo di colmare le lacune scolastiche, sempre maggiori a causa del Covid".
Se dovessi spiegare la bellezza del servizio che svolgi a un tuo coetaneo, cosa gli diresti?
"La cosa che amo di più della Scuola della Pace è proprio il fatto che permette di creare legami profondi che sono vita e affetto. Poi la gioia, la dolcezza e la pienezza che i bambini portano è sempre nettamente superiore rispetto all'aiuto che io posso arrecare. Quello che ricevo è sempre più di quello che do".