Ad Assisi si parla di pace e pandemia

Il mondo che cambia

"Popoli Fratelli, Terra Futura" è il titolo del prossimo Incontro internazionale di dialogo e preghiera per la pace che la Comunità di Sant'Egidio propone nello "spirito di Assisi". È il trentacinquesimo appuntamento da quel lontano ottobre 1986, quando Giovanni Paolo II convocò nella città di San Francesco i rappresentanti delle grandi religioni mondiali per pregare per la pace. Era il tempo della guerra fredda, quando le minacce nucleari incombevano ancora sull'umanità.
Il papa volle che le religioni prendessero l'iniziativa, a partire dalle loro diverse tradizioni religiose, per lanciare un messaggio forte al mondo intero. Da allora un cammino si è snodato grazie all'iniziativa di Sant'Egidio, ogni anno in una diversa città d'Italia e d'Europa, per far rivivere quello «Spirito di Assisi, che - come diceva Giovanni Paolo II - non è solo per specialisti o diplomatici, ma un cantiere aperto a tutti».
Quest'anno l`evento si tiene a Roma oggi e domani e sarà concluso da papa Francesco. È un incontro che lavora su una prospettiva positiva di rinascita e ricostruzione del mondo che - si spera - sta uscendo dalla pandemia. Personalità religiose, politiche, della società civile, della cultura, da quaranta nazioni, si riuniscono in presenza a Roma nel complesso "La Nuvola" all'EUR, per alcuni forum su grandi argomenti di attualità mentre la cerimonia finale si svolgerà al Colosseo. Lì prenderanno la parola papa Francesco, Angela Merkel, Andrea Riccardi, il grande imam di Al-Ahzar, Al Tayyb, il patriarca ecumenico Bartolomeo I e altri leader delle religioni mondiali.
Il fatto di potersi riunire in presenza, seppure ancora con numeri limitati, è la prima buona notizia: ci dice come la campagna vaccinale stia dando nuove possibilità di ripresa a tanti popoli e nazioni. Due temi in particolare sono al cuore dell'incontro: la fraternità universale e "Terra futura", cioè la cura dell'ambiente, che hanno come testi di riferimento le due grandi encicliche del papa Fratelli tutti e Laudato si'. La domanda di fondo è: come porre le basi per un mondo nuovo mentre sono ancora aperte le ferite provocate dalla pandemia? Sono ferite gravi, profonde, che non hanno risparmiato nessun popolo e nessuna nazione: l'altissimo numero dei morti (si è arrivati a cinque milioni nel mondo), il grande numero di persone senza lavoro, bambini e giovani senza la scuola, una crisi sociale diffusa.
Siamo di fronte a emergenze umane e sociali che toccano il corpo dell'umanità intera. I rappresentanti dei mondi religiosi sentono in modo forte la responsabilità di dare una risposta che aiuti il mondo a curare queste ferite. Lo scorso anno, in un evento molto più ridotto - sempre per le restrizioni sanitarie - si è detto insieme a papa Francesco: "nessuno si salva da solo". Se è vero che nessuno si salva da solo, com'è possibile ricominciare insieme? Sarà proprio questo Ricominciare insieme, il primo momento di confronto dell'assemblea inaugurale, alla presenza di autorevoli relatori in rappresentanza delle diverse fedi religiose e del mondo delle istituzioni.
In questi due giorni a Roma si esploreranno le strade percorribili per un futuro in cui fraternità umana e cura del creato possano stare insieme, visto che questa pandemia ci ha colti, come ha detto Papa Francesco, un po' distratti: «Pensavamo di poter vivere sani in un mondo malato».
C'è bisogno di ricominciare su nuove basi per non sprecare l'occasione che ci offre questa crisi mondiale, a partire da una risposta forte e unitaria alla crisi ambientale. E qui c'è la responsabilità non solo di ognuno, ma anche di Comunità, uomini e donne di fedi diverse che per anni hanno camminato insieme nello "spirito di Assisi".
Ricominciare insieme! Questo è l'auspicio. Non saranno giorni di discussioni su temi dottrinali o questioni dogmatiche. Si cercherà piuttosto, più semplicemente, di guardare al futuro dei giovani e, quindi, al futuro del mondo. Non è un compito da poco. Le religioni hanno il dovere, a Roma, di mostrare che si può camminare insieme, al di là delle diversità - anzi, proprio a partire da esse - sui temi della fraternità e della cura dell'ambiente per un mondo che sia molto diverso da quello che ci ha consegnato la pandemia o nel quale siamo entrati per la pandemia.

 


[ Marco Impagliazzo ]