Con Sant`Egidio prima festa per gli anziani dopo 2 anni

Un lunghissimo isolamento che, dovuto alla pandemia, non ha potuto far altro che accrescere la sofferenza di una fascia di popolazione già particolarmente fragile come gli anziani. Soprattutto quelli ospitati in case di riposo e Residenze sanitarie assistenziali (Rsa). Ora, finalmente, questo lungo periodo, parso infinito ad anziani e famigliari, è terminato e le strutture, secondo precise norme, stanno riaprendo alle visite. Una riapertura che consente, pur se al momento non in tutte le strutture, anche il ritorno dei volontari. È quanto è successo all'Istituto De Pagave di via Lazzarino, dove si è svolta una delle tante feste che, prima dell'emergenza Covid, venivano allestite dalla Comunità di Sant'Egidio. La prima festa in un istituto cittadino da quasi due anni. «Era dal Natale del 2019 - spiega la responsabile della Comunità, Daniela Sironi - che non potevamo più fare qualche festa, qualche iniziativa per gli ospiti. Momenti che, per gli anziani, sono molto importanti. Hanno bisogno, proprio per la loro particolare fragilità, di relazioni umane e affettive». La festa è stata ospitata nel cortile dell'istituto. Un momento tanto atteso. «Un nuovo inizio che ha commosso tutti. È finalmente tornata la vita. Questo il messaggio più forte. Gli anziani hanno pagato un prezzo terribile in questa pandemia. E ancora continuano a pagarlo. Sono ancora poche le Rsa che hanno riaperto in maniera consistente. Ora che siamo tutti in zona bianca, occorrerà trovare il modo di riaprire tutte le strutture per gli anziani, perché possa tornare la possibilità delle visite non solo per i parenti, ma anche per gli amici. Per feste e iniziative. La festa, pur se a distanza, ha visto subito ricostituirsi quel legame tra i ragazzi e gli anziani. Si sono subito capiti. Va riconosciuto agli anziani il diritto a vivere con allegria e fiducia nel futuro, aiutandoli a cancellare la tristezza di questo lungo periodo di isolamento». Il De Pagave ha pagato un prezzo significativo di decessi per la pandemia, «ora riapre per primo ai volontari, a una festa, e questo deve essere un incentivo per le altre strutture. Gli anziani devono riprendere a vivere». Alla festa anche i saluti di Giovanna Zerlia, sempre di S. Egidio: «sono stati mesi in cui avete vissuto in isolamento, ma non siete stati soli, perché ciascuno di voi è sempre stato nel
cuore, nei pensieri, nella preghiera di tutti noi». Il direttore sanitario Giovanni Anchisi: «ringrazio S. Egidio, questa festa è il segno di una luce che si incomincia a vedere dopo tanto buio». A preparare la festa, i ragazzi della scuola della pace della Comunità di Sant'Egidio. Arianna ha scritto per gli anziani una breve poesia, che ha commosso tutti: "Gli anziani sono come una pianta, non lasciamoli da soli, sono persone da amare, fermiamo quel vento impetuoso che li affligge. In fondo un fiore dentro ancor c'è e i loro cuori possono ringiovanire di fronte all'amore". 


[ Monica Curino ]