A scuola da Sant'Egidio tra lezioni di grammatica e prove di integrazione

A scuola da Sant'Egidio tra lezioni di grammatica e prove di integrazione

Compiono 10 anni i corsi di italiano per gli stranieri a Trieste. Esperimento partito dall'entusiasmo di sei donne dell'Est

Le prime a prendere posto ai banchi della scuola di italiano furono sei donne dell'Est. La lezione era stata organizzata dalla comunità Sant'Egidio a Trieste, si trattava delle fasi embrionali di un corso di lingua e cultura italiana di cui nessuno poteva predire le sorti. A distanza di dieci anni il progetto continua a crescere. E a farsi via via più forte. «Ricordo che le nostre prime iscritte provenivano tutte da Paesi dei Balcani. Erano ancora un po' influenzate dagli odi della guerra, si guardavano tra loro con una certa diffidenza. Alla fine dell'anno scolastico, però, avevano stretto tra loro un legame così forte che dura ancora oggi», racconta Loredana Catalfamo che, nei panni di insegnante volontaria si è occupata insieme ad alcuni colleghi di posare i primi tasselli di quella realtà. Nata nell'ottobre del 2011 nel quartiere di Barriera vecchia, la scuola di italiano per stranieri coltivava soprattutto un obiettivo: rispondere a un'esigenza del territorio, che denunciava la difficoltà di interagire con le famiglie dei bambini stranieri. «Siamo stati accolti da due sacerdoti, don Paolo Iannacone e poi da don Andrea Russi. Sono stati loro a metterci a disposizione tutti gli spazi legati alla parrocchia di Santa Teresa del Bambino Gesù - prosegue Catalfamo -. I primi due anni di attività sono stati perlopiù una prova. Dal terzo anno, invece, ci siamo assestati su un centinaio di frequentanti». Con il tempo la scuola è diventata più solida, la notorietà è dilagata, anche per merito di un rapporto stretto con le organizzazioni che maggiormente si occupano sul territorio di stranieri, tra cui Ics, Caritas, San Martino al campo, fondazione Luchetta. Le persone scoprono l'esistenza dei corsi d'italiano gratuiti grazie a un fitto lavorio di passaparola. E la punta massima di iscrizioni è stata raggiunta nel 2017, con 187 studenti registrati, provenienti da ogni parte del mondo. «Nelle nostre aule sono passate uomini e donne da circa 30 Paesi diversi. Una buona percentuale arriva dai Balcani. Anche se, da quando Trieste è diventata città capolinea della rotta migratoria di terra, si sono presentati anche tanti allievi pakistani e afgani. Un'altra novità degli ultimi anni è stato il numero crescente di studenti che arrivano dall'America latina, colpita a sua volta dalla crisi». Oltre a Catalfamo, ci sono almeno una dozzina di insegnanti che si alternano per trasmettere a gente appena arrivata in città i rudimenti linguistici e culturali dell'italiano. E i corsi, che partono dall'alfabetizzazione e arrivano fino al livello B2, stanno proseguendo anche in periodo di emergenza sanitaria, attraverso gli strumenti digitali. Ma l'impazienza affinché si possa riprendere in presenza è tanta: la componente di socializzazione è infatti tanto importante quanto lo è quella legata all'apprendimento. «Questa scuola è nata con una grande attenzione alle donne. Per loro abbiamo creato apposta dei corsi mattutini e pomeridiani oltre a quelli serali per le mamme, mentre i bimbi vengono seguiti dai volontari: frequentare un corso di lingua diventa l'unica occasione per costruirsi una rete sociale fuori dalla famiglia».

 


[ Linda Caglioni ]