"Il nostro hotel aperto ai poveri di Sant'Egidio"

"Il nostro hotel aperto ai poveri di Sant'Egidio"

La storia
La resistenza dell'hotel: "Senza turisti le camere ai poveri"

L'hotel Marco Polo, tre stelle in via Magenta, è aperto. Ed è tutto pieno. Non ci sono gli americani coi bermuda né tanto meno i tedeschi carichi di guide della città. Ma ospiti che normalmente non saprebbero dove sbarcare il lunario: qualche senza tetto, un ex detenuto appena uscito dal carcere, una ragazza che ha appena finito il suo percorso in una comunità, qualche disoccupato col reddito di cittadinanza in tasca e poco altro per campare. Un paio di studenti universitari che si preparano agli esami.
"Turisti per caso e per disperazione" a cui Lorenzo e Diego D'Amario, 38 e 42 anni - fratelli albergatori che da vent'anni gestiscono questo hotel a un passo dalla stazione Termini - hanno spalancato le porte con il supporto della Comunità di Sant'Egidio che contribuisce al costo delle camere. Che è minimo, assomigliando di più a una specie di affitto a lungo termine.
«Da sempre io e mio fratello collaboriamo con Sant'Egidio, siamo volontari nella parrocchia di Sant'Agnese - racconta Diego - e questa ci è sembrata una soluzione che permette alla mia famiglia di continuare a lavorare e a chi è indigente di avere un tetto, un letto, un bagno e una cucina». La situazione, naturalmente, è transitoria, L'hotel appena la pandemia andrà via e i turisti torneranno a Roma, riprenderà la sua naturale vocazione d'accoglienza a vacanzieri. «Ma per adesso va bene così: siamo soddisfatti della scelta fatta - continua il proprietario - ci ha permesso, col personale in cassa integrazione, di continuare a lavorare e a incassare quel tanto che basta per pagare le bollette. Al tempo stesso, ci ha consentito di aiutare chi sta peggio di noi. Mai potrò scordare la scena di qualche settimana fa quando un clochard è stato trovato morto, per il freddo, davanti all'entrata di un albergo sprangato a pochi passi dal nostro. In tempi normali, 70 euro è il costo di una stanza al Marco Polo. Ora se ne pagano in media 12. Chi può, mette anche un po' del suo. Chi non ce la fa, viene supportato da Sant'Egidio e da altre donazioni».
Una gara di solidarietà che ha coinvolto anche i proprietari della vicina "Cornetteria Faleria". «Arrivano con i cartoni pieni di brioches e croissant, gentile omaggio per la colazione dei nostri clienti», racconta Lorenzo D'Amario che, nell'albergo con i dipendenti tutti in cassa integrazione, è ora fisso alla reception mentre papà Mario si è trasformato nel "tutto fare" della manutenzione. A mamma Maria Laura sono toccate le scartoffie dell'amministrazione. «Spero che altri nostri colleghi ci vengano dietro - continua Diego - la Federalberghi qualche mese aveva invitato tutti a collaborare con le associazioni di volontariato. Ma nessuno aveva accettato. Per paura forse. Sbagliando, gli ospiti sono selezionati da Sant'Egidio e non c'è rischio di trovarsi alle prese con persone con problemi psichici. Cosa non rara, lo so per esperienza, tra chi dorme per le strade di Roma».

 


[ Alessandra Paolini ]