Ostia: ucciso dal freddo Sandokan, il clochard che viveva in Municipio

Ostia Cingalese, 48 anni, era conosciuto come Sandokan
Una volontaria di Sant'Egidio lo ha trovato sotto ai portici del Governatorato: sembrava dormisse ha cercato di svegliarlo

Prima vittima del freddo a Ostia, ieri mattina. Un homeless è stato trovato morto sotto le arcate del Governatorato in piazza della Stazione Vecchia, dove aveva stabilito il suo giaciglio di fortuna. Accanto alluomo, Neville cingalese di 48 anni, i carabinieri hanno trovato il suo zainetto e le buste che si portava dietro. Sul corpo non c'erano segni di violenza e la morte potrebbe essere stata provocata dalle basse temperature.
A scoprire il cadavere è stata una volontaria della Comunità di Sant'Egidio che ha cercato di svegliarlo e si è poi resa conto che era morto. «Neville lo conoscevamo da circa 3 anni - dice Stefano Natali di Sant'Egidio - d'inverno si riparava sempre sotto i portici del Municipio, d'estate invece si trasferiva nei giardini della parrocchia Regina Pacis, mentre il sabato mattina veniva alle docce della Comunità, quelle di San Nicola di Bari. Ogni mercoledì sera gli portavamo la cena. Sappiamo che ha un fratello ad Acilia con cui era rimasto in contatto e l'ex moglie all'Infernetto. Una separazione dalla quale non si era mai ripreso».
Come molti homeless anche Neville, che si faceva chiamare Sandokan, aveva problemi di alcolismo. A prendersi cura di lui negli ultimi mesi era stata Patrizia, volontaria dei Cavalieri di Malta, che con il marito lo incontrava regolarmente per cercare di convincerlo a trovare riparo nel centro di accoglienza appena aperto all'interno del centro anziani nell'ex Colonia Vittorio Emanuele. «L'ho incontrato giovedì scorso -raccolta Patrizia- e mi aveva detto che oggi (ieri per chi legge, ndr) sarebbe venuto con me in farmacia a fare il tampone e poi sarebbe entrato nel centro di accoglienza. Lo avrebbe fatto solo per me e mio marito perché, ha detto, ci voleva bene. Dopo mesi ero riuscita a strappare la sua fiducia, ma non ho fatto in tempo a salvarlo». È disperata Patrizia. La morte di Sandokan l'ha colpita come fosse un suo parente.
«Non era un numero a cui portare un pasto - aggiunge - era un uomo da aiutare. Era molto diffidente perché era stato derubato più volte e aveva paura che, una volta entrato nel centro di accoglienza, qualcuno potesse portargli via le sue cose. Per questo mi aveva chiesto un giorno di tempo. Voleva metterle al sicuro in un nascondiglio che conosceva solo lui». 
Sant'Egidio lancia un appello per l'apertura immediata di edifici pubblici e alberghi a disposizione di senza tetto e punta il dito contro il «colpevole ritardo delle istituzioni. Dall'inizio dell'inverno a Roma sono già morte sette persone». 

 


[ Moira Di Mario ]