Il Papa e Sant'Egidio: basta pena di morte

Illuminato il Colosseo
Più di 80 Paesi insieme contro il boia. «Senza lo stop, non sarà piena giustizia»

«Non può esserci Europa senza il rispetto della vita, per questo per noi europei è un dovere morale irrinunciabile quello di batterci contro la pena di morte». Così David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo, ha aperto ieri sera il webinar internazionale con oltre 80 Paesi collegati organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio nell'ambito della campagna per l'abolizione della pena di morte. «Quella della pena di morte - ha aggiunto Sassoli - è una pratica ancora molto diffusa nel mondo; per questo occorre rafforzare la sensibilità dei governi e delle istituzioni ma anche dei cittadini. Ogni esecuzione è un fallimento e la storia ci insegna che non è questo il deterrente contro i crimini. Il Parlamento Europeo da sempre è in prima linea e si è ripetutamente adoperato contro la pena di morte e per sostenere la moratoria. È necessario continuare, mantenere alta l'attenzione, perché non ci sarà piena giustizia nel mondo finché non verrà bandita la pena di morte».
All'incontro hanno partecipato esperti, attivisti e testimoni della società civile provenienti da Africa, Asia, Europa e Nord America, con l'obiettivo, ha ricordato Mario Marazziti della Comunità di Sant'Egidio di «dare forza al movimento abolizionista e lanciare un messaggio per la difesa della vita e dei diritti umani», come è emerso dalle testimonianze della giurista sudafricana Navi Pillay (prima donna non bianca nella Corte suprema e oggi presidente della Commissione internazionale contro la pena di morte), dell`'avvocatessa malese Suzana Alias, delle statunitensi Sandra Babcock e Krisanne Murphy, dello spagnolo Joaquin Martinez, uscito da un braccio della morte.
L'iniziativa si è conclusa con l'illuminazione del Colosseo, che già si accende ogni volta che un Paese cancella la pena capitale o un condannato a morte vede commutata la sua pena in ergastolo. «È un monumento simbolo della morte - ha sottolineato Marazziti - ma dal 2000 per noi è un amico, un testimoniai; in questi 20 anni il mondo si è fatto contagiare positivamente e vari Paesi, dall'Argentina al Messico alla Mongolia, nel frattempo hanno abolito la pena di morte. Oggi sono 111 i Paesi che l'hanno abolita, 140 quelli che non la usano più e 56 quelli che ancora la mantengono ma l'anno scorso solo in 20 l'hanno applicata».
La giornata si è svolta mentre alle Nazioni Unite è in corso la discussione (120 i Paesi finora favorevoli all'abolizione) per la moratoria della pena di morte. Il voto è atteso per il 12 dicembre. Non casuale la data: il 30 novembre 1786 il Granducato di Toscana fu il primo Stato occidentale a vietare la pena capitale.

Le 2.300 «Città per la vita»
Sono 2.300 le "Città per la vita" che ieri in tutto il mondo, rispondendo all'iniziativa presa dalla Comunità di Sant'Egidio, hanno promosso eventi, incontri e conferenze sul tema dell'abolizione della pena di morte, oppure hanno illuminato monumenti-simbolo. Di queste, centinaia in tutta Italia, con adesioni vecchie e nuove. Grandi città o piccoli centri, da Napoli a Firenze, da Livorno a Monza, da Rho a Novara, da Lugo di Romagna a Grugliasco, da Savona a Crescentino, da Bagnacavallo a Lecco fino al Santuario della Madonna del Sasso, in Piemonte. Nel corso degli anni "Città per la vita" ha preso a rappresentare la più grande mobilitazione contemporanea su scala mondiale contro la pena di morte. (LT.)
Esecuzioni capitali in calo nel mondo
657
le esecuzioni registrate nel mondo nel 2019
690
le esecuzioni nel 2018 (rapporto Amnesty)

 


[ Igor Traboni ]