L'epidemia fa bene al volontariato

Ci sono stati ben cinquemila nuovi collaboratori nella Caritas

Il Coronavirus fa bene al volontariato e, come una vitamina prodigiosa, fa crescere il numero di quanti in Italia decidono di dedicare al prossimo una parte della propria vita. È quanto emerge dai dati raccolti da LaPresse con il contributo della Comunità di Sant'Egidio e Caritas, che delineano un quadro nel quale, a far da contraltare a isolamento, distanze e malattia c'è una gran voglia di rendersi utili, che spesso parte proprio dai più giovani.
"Il Coronavirus non ha intaccato il volontariato", sottolinea don Marco Pagniello, responsabile delle politiche sociali per la Caritas, che durante il periodo dell'emergenza Covid-19 ha visto crescere di 5.339 il numero delle nuove leve under 34. "Soprattutto durante il lockdown, quella parte di volontariato solitamente portata avanti dagli over 65 ha diminuito le presenze ma è stata compensata dalla crescita, consistente, dei giovani - prosegue -. Molti dei volontari anziani si sono dovuti fermare, ma quel vuoto è stato più che riempito da ragazzi che, fermi a causa della sospensione delle lezioni e degli impegni extra scolastici, hanno avuto più tempo da mettere a disposizione."
I dati crescono anche nella Comunità di Sant'Egidio: "Durante il lockdown il numero dei nostri volontari è aumentato di un migliaio di persone a Roma (il 10% circa) e di almeno 400 a Napoli", spiega il portavoce Roberto Zuccolini. "Non abbiamo mai sospeso le nostre attività, per lo più rivolte a poveri e senza fissa dimora - aggiunge -. Le mense sono rimaste sempre aperte in tutta Italia, con le dovute precauzioni, e molte persone, proprio durante il lockdown, ci hanno cercato per rendersi utili. Era come se la gente avesse bisogno di aiutare il prossimo per non sentirsi impotente davanti a un virus che aveva costretto al totale isolamento." Solo a Roma si è passati da tre a 30 centri per la distribuzione di alimenti e dopo il lockdown la quantità di cibo fornito era quasi triplicata, con l'aggiunta di un circuito in aiuti ai disoccupati capace di far incrociare richieste e offerte di piccoli lavori.
"Adesso per noi è il momento della sfida - dice don Marco -: le nostre Caritas hanno dimostrato una forte vivacità di presenza, si sono reinventate e hanno aperto nuovi servizi. Ora si tratta di mantenere alta l'attenzione sul volontariato, far sì che quei giovani che sono entrati nel nostro mondo, rimangano con noi, e favorire sempre di più la coesistenza tra generazioni diverse, nella quale ognuno ha da insegnare all'altro."


[ Alessandra Lemme ]