Basta esecuzioni, il mondo si unisca.

Giornata per l'abolizione della pena di morte
Appello del Papa per la dignità dei detenuti. A dicembre il bando ritorna all'Onu

«Tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà sono chiamati oggi a lottare non solo per l'abolizione della pena di morte in tutte le sue forme, ma anche al fine di migliorare le condizioni carcerarie, nel rispetto della dignità umana delle persone private della libertà». Con queste parole, diffuse ieri via Twitter, papa Francesco si è unito alla celebrazione della Giornata mondiale contro la pena di morte. Una ricorrenza istituita diciotto anni fa dalla World coalition against death penalty (Wcadp), rete di oltre 150 Ong, e vari tra collegi di avvocati, autorità locali e sindacati.
Il tweet di Francesco riprende esattamente quanto scritto al paragrafo 268 della nuova enciclica Fratelli tutti. Nel testo, c'è proprio un'apposita sezione del settimo capitolo sulle condanne capitali e sul dovere delle società di tutelare i diritti dei prigionieri. Un appello più cruciale che mai in questo tempo di pandemia in cui «le condizioni di quanti vivono già in estremo isolamento in carceri di massima sicurezza e spesso in attesa di esecuzione sono divenuto ancor più drammatiche», come sottolinea la Comunità di Sant'Egidio, tra i fondatori della World coalition against death penalty.
Al contempo, però, è cresciuto anche il numero di quanti si impegnano per il bando globale al boia, ha aggiunto la Comunità che, per l'occasione, ha lanciato la nuova piattaforma per la campagna abolizionista (no death penalty.santegidio. org).
Alla pressione della società civile si somma quella della diplomazia mondiale e di numerosi organismi internazionali, come il pronunciamento della Corte africana dei diritti umani e dei popoli del 28 novembre 2019. Eppure - ha sottolineato Amnesty International -, da allora, Botswana, Egitto, Somalia e Sud Sudan hanno continuato a mettere a morte i prigionieri.
Un passo importante per arrivare alla moratoria universale è la prossima Assemblea generale dell'Onu di dicembre, in cui dopo la pubblicazione di uno specifico rapporto del Segretario generale, ci sarà un nuovo voto al riguardo.
Un forte appello ai governi affinché aderiscano è stato rivolto dall'Unione Europea e dal Consiglio d'Europa. «Nel 2019, per il secondo anno consecutivo, nel mondo sono state registrate esecuzioni solo in venti Paesi. Un minimo storico, eppure si tratta di venti Paesi di troppo», hanno affermato l'alto rappresentante Ue, Josep Borrell, e la segretaria generale del Consiglio d'Europa, Marija Pejcinovic Buric.


[ Lucia Capuzzi ]