Sant'Egidio, l'allarme: «Per i più deboli è ancora lockdown»

Sant'Egidio, l'allarme: «Per i più deboli è ancora lockdown»

In periferia si sentono gli effetti sociali dell`emergenza

«Il cibo è la prima e più urgente richiesta che ci viene portata. E poi la solitudine e il lavoro che hanno perso in tanti, soprattutto le donne». Tre periferie, tre situazioni diverse da Sant'Andrea al Villaggio Dalmazia, a Sant'Agabio raccontate dai volontari della Comunità di Sant'Egidio che durante il lockdown hanno aperto nuove mense e stanno costruendo un centro d'incontro per gli anziani.

I pasti erano la necessità più pressante durante l'emergenza Covid per il blocco di tante attività e quindi del reddito di chi ha occupazioni precarie o irregolari. Per molti quella richiesta è rimasta e la Comunità di Sant'Egidio ha mantenuto l'apertura delle cucine avviate durante il lockdown due-tre volte alla settimana: a Sant'Agabio vengono forniti ben 100 pasti d'asporto (il numero più alto della città) e una decina alla mensa di via Calderara, a Sant'Andrea una cinquantina sono portati a domicilio e una decina consumati nel centro di via Fratelli Di Dio mentre in centro, in vis Dolores Bello, arrivano 80 persone (soprattutto senza fissa dimora) e altre 40 sono rifornite a casa.

«Il cibo è stata la prima richiesta, abbiamo scoperto famiglie che non hanno nemmeno la cucina» racconta Daniela Sironi, presidente dell'associazione. Per molti il lockdown ha significato la fine del lavoro: «Sono state colpite soprattutto le donne che hanno attività meno protette - commenta Sironi -. Spesso però il loro reddito rappresentava l'unica entrata della famiglia che quindi adesso vive una situazione di sofferenza. Non esiste "la" soluzione, bisogna sperimentare diversi strumenti e un punto di partenza può essere la qualificazione del lavoro cosiddetto povero». A Sant'Andrea la Comunità ha in corso tirocini per la manutenzione del verde e vuole organizzare un corso per assistenti familiari: l'idea è di insegnare a una ventina di donne disoccupate le nozioni-base di igiene, economia domestica, relazione con l'anziano e conoscenza dei servizi sul territorio e metterle in contatto con famiglie che ricercano aiuto. Proprio la solitudine e la necessità di servizi è la richiesta che arriva invece dal Villaggio Dalmazia dove abitano molti anziani ma non ci sono un medico di base o un ufficio postale. Qui è stata posata la piattaforma per una casetta prefabbricata che servirà a Sant'Egidio come «base» del programma di prossimità «Viva gli anziani» ma l'idea è di utilizzarla anche per portarvi alcuni servizi come un ufficio dei carabinieri, un dottore dell'Asl, uno sportello dell'Anagrafe e di un assistente sociale. Il Comune è stato subissato di richieste di aiuto durante il lockdown, ora ridimensionate: «Registriamo un leggero aumento di casi rispetto a prima dell'emergenza Covid - commenta l'assessore Franco Caressa - e la situazione non è paragonabile ai mesi del lockdown. Speriamo di andare avanti così».

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[ BARBARA COTTAVOZ ]