Pandemia sociale. Il virus che crea nuovi poveri

Pandemia sociale. Il virus che crea nuovi poveri

Un viaggio dentro la «pandemia sociale». Territorio per territorio, città per città. È quello che "Avvenire" ha cominciato ieri, da Roma, e che farà tappa in diversi centri del Paese.

Serena ha 64 anni e una grande passione, creare centrini all’uncinetto. «È una cosa che amo tantissimo. Prima le amiche mi portavano il cotone e io li facevo gratuitamente. Ora mi devo far pagare». Fa fatica a pronunciare queste parole, mentre le lacrime le scendono sul viso. Un’emozione che ricorda i film del neorealismo del dopoguerra. Ma siamo nel terzo millennio. La incontriamo davanti al centro della Comunità di Sant’Egidio di Cinecittà mentre fa la fila per prendere un pacco di generi alimentari. Perché Serena è una "nuova povera", uno dei drammi del Covid-19 che ha aggravato tante situazioni. «Io e mio marito avevamo un negozio di giocattoli. Ma ora stiamo chiudendo. Stavamo in difficoltà anche prima ma c’era la speranza di riprenderci. Con l’epidemia la speranza è crollata. Lo Stato ci ha dato 600 euro al mese per due mesi, ma anche quando eravamo chiusi abbiamo dovuto pagare l’affitto di 1.500 euro al mese». Ed è vero dramma. «Per pagare i debiti del negozio abbiamo dovuto vendere casa. Ora viviamo da nostro figlio, ma ufficialmente siamo dei "senza dimora"».

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[ Antonio Maria Mira ]