Sì alle missioni all'estero Ma sulla Libia è polemica

Italia Viva e Leu escono dall'aula, alcuni esponenti di PD e M5S votano contro
Erasmo Palazzotto di Liberi e Uguali propone risoluzione contraria a quella della maggioranza e ottiene la firma di Orfini e Boldrini

Una foto può valere più di mille parole. E anche di 401 voti parlamentari, come quelli che hanno dato il via libera alla risoluzione della maggioranza per i finanziamenti delle missioni internazionali. Tra i quali hanno fatto discutere quelli alla Guardia costiera libica, che per molti significano sostegno a chi tiene i migranti chiusi nei lager a pochi metri dalle spiagge.
La risoluzione, votata ieri mattina, ha ottenuto 401 sì, 23 no e 2 astensioni. Italia Viva e Leu non hanno partecipato al voto mentre il centrodestra ha sostenuto la maggioranza nel voto parlamentare. Ma i "no" includono esponenti di spicco del Partito democratico. Il deputato di Leu Erasmo Palazzotto ha inoltre presentato una risoluzione contraria al rifinanziamento della Guardia costiera libica, firmata da 22 deputati, tra i quali esponenti del Movimento 5 stelle, di Leu, Riccardo Magi ( Europa), e nove senatori. «La collaborazione nei respingimenti illegali verso un Paese in guerra come la Libia - scrivono i
parlamentari - dove le persone subiscono violenze inenarrabili nei centri di detenzione si configura come una nostra corresponsabilità nelle violazione dei diritti umani di cui sono vittime». Tra i firmatari l'ex presidente del Pd, Matteo Orfini, l'ex presidente della Camera, Laura Boldrini, e Giuditta «Qualche anno fa avremmo potuto far finta di non sapere - ha detto Orfini annunciando il suo voto contrario alla risoluzione della maggioranza - ma finanziare oggi i libici significa dare soldi a chi uccide, stupra e tortura».
Pini ha invece sottolineato come l'Assemblea nazionale del partito avesse espressamente dato parere contrario al rinnovo dei finanziamenti e per questo ha votato contro, «rispettando il parere dell'Assemblea e dell'Onu». E c`è chi ha fatto espressamente riferimento alla foto del migrante al largo della Libia, come Gennaro Migliore. «Quella foto ci dice che è il momento di cercare nuove soluzioni, non protrarre quelle che si sono rivelate fallimentari», ha detto annunciando la non partecipazione al voto di Italia Viva.
Soddisfatta del voto favorevole sulle missioni all'estero la viceministra degli Esteri, Marina Sereni, che ha parlato del nostro Paese come «impegnato a sconfiggere la minaccia terroristica e contrastare il traffico di essere umani». Sereni ha puntualizzato anche che il governo sta lavorando e lavorerà in futuro sulla sostanziale modifica del Memorandum of Understanding, come richiesto dalla risoluzione parlamentare approvata, e per favorire l'accesso delle organizzazioni internazionali nei lager libici. «La novità più rilevante - ha detto la viceministra del Pd - è rappresentata dalla missione Eunavformed Irini, di cui abbiamo la responsabilità e che ci vede impegnati con assetti satellitari, marittimi e aerei per raggiungere un cessate il fuoco durevole».
Ma le polemiche suscitate dalla foto del cadavere e dalle continue denunce da parte delle organizzazioni umanitarie e non governative sulla condizione dei migranti nei campi libici non si placano. In un editoriale pubblicato su Famiglia Cristiana il fondatore della comunità di Sant'Egidio, Andrea Riccardi, ha richiamato l'attenzione sui migranti «intrappolati in una guerra senza fine, talvolta torturati o utilizzati come schiavi dai libici». Ma nelle stesse ore in cui Montecitorio votava la risoluzione sulle missioni internazionali la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, era in missione ufficiale a Tripoli, dove ha incontrato Fayez al Serraj, presidente del governo di accordo nazionale. «Si è discusso dello sviluppo nella lotta alle migrazioni illegali, alla tratta di essere umani e al contrabbando», ha spiegato un comunicato stampa di Tripoli. Nessun accenno a un cadavere senza nome che giace inerme in mezzo al mare.

 


[ Giacomo Puletti ]