Sant'Egidio «Caro amico anziano ti scrivo per ricordarti che non sei solo»

Le lettere dei bambini agli anziani nei ricoveri
La corrispondenza quotidiana di giovani e bambini con gli ospiti di Villa Parma e residenza XXV Aprile

«Caro amico ti scrivo». Iniziano con le stesse parole di una famosa canzone di Lucio Dalla le lettere che tanti giovani della Comunità di Sant'Egidio stanno scrivendo agli anziani soli della città. Un popolo variegato che fa sentire la sua amicizia in tanti modi a quelle persone che in questo periodo sentono ancora di più la solitudine e la paura di contrarre il coronavirus.
Non appena sono state applicate le misure di sicurezza all'interno delle strutture protette per anziani come Villa Parma o le residenze e la casa alloggio del XXV Aprile, la Comunità ha pensato subito ad un intervento che cercasse di non far sentire nessuno dei suoi amici più anziani solo e in balia della paura.
Sulla scia dell'incontro tra generazioni da sempre sostenuta con varie iniziative (feste, tombole, canti), è nata quindi l'idea di mantenere in contatto bambini e ragazzi con gli anziani. «Grazie ai bambini e ragazzi della scuola della Pace e all'amicizia con diversi professori- spiega Bruno Scaltriti - tra cui Giovanna Azzoni del liceo Bertolucci e Josita Bassani dell'istituto Janello Torliani di Cremona, abbiamo chiesto di far partire una corrispondenza con i nostri amici anziani, in particolare con chi vive in strutture protette e si è ritrovato all'improvviso senza contatti con l'esterno. Infatti per decreto solo quelli in situazioni più gravi possono essere assistiti e visitati)». I giovani hanno accettato la sfida con entusiasmo e da qualche giorno scrivono anche quotidianamente ai loro nuovi amici di penna. Ad esempio: Sabrina e Amina della Scuola della Pace degli adolescenti del quartiere Oltretorrente, scrivono a Palma e a tutte le signore e i signori che vivono alla casa alloggio del XXV Aprile e che ben conoscono: «Siete sempre nei nostri pensieri. Tenete duro perché in questo momento difficile non siete soli! Speriamo passi tutto presto per ritrovarci insieme a cantare e giocare a tombola».
Simone invece racconta a Giuliano le sue giornate e le sue passioni: «E` uscito da poco il nuovo disco dei Pearl Jam e te lo consiglio veramente perché dopo un paio di ascolti le canzoni sono molto gradevoli e particolari, l'album si chiama Gigaton».
Poi c'è Ketrin che scrive con affetto e sincerità delle sue preoccupazioni e considerazioni sulla vita, ad Angelo, un anziano che ha vissuto quasi tutta la sua vita in Venezuela e ha tanto da raccontare ed insegnare sul mondo che ha visto e vissuto in passato: «Una cosa di cui mi sono resa conto è che prima mi sembrava di non avere il tempo di fare nulla e ora sono consapevole di quanto sia lungo un giorno, di quante cose possiamo fare in un'intera giornata, so che può sembrare banale ma non lo è. Hai mai pensato a quanto tempo della nostra preziosa vita sprechiamo, ad esempio quando passiamo ore e ore sui social network invece che uscire dalla nostra stanza e aiutare le persone che ne hanno bisogno oppure per impegnarci nei nostri progetti e cercare di realizzare i nostri sogni. Questo perché perdiamo tempo a vedere la vita di persone che nemmeno conosciamo. Un'altra cosa a cui ho pensato molto è se noi dipendiamo dagli altri in qualche modo, e purtroppo la mia risposta è sì, dipendiamo dalle persone che amiamo, è inevitabile».
Per la festa del papà, Andrea ha scritto a Gian Paolo facendogli gli auguri e raccontando del rapporto coi genitori ed in particolare con il suo papà che ammira; Laura ha descritto a Lina le sue giornate addentrandosi ogni volta sempre di più nel profondo di se stessa, della sua vita e dei suoi sentimenti con realistica autocritica ma ricca di propositi e speranze per il futuro.
Agata ha scelto di descrivere se stessa in modo preciso e simpatico un po' alla volta e finora ha scritto sette lettere a Carmen rinnovando sempre la fedeltà e l'attesa per un nuovo appuntamento: «Eccomi di nuovo qui a scriverti! Anche oggi come promesso ti regalerò una piccola tessera di me per completare il puzzle. Dunque - scrive - non sono molto alta, ho lunghi capelli marroni e gli occhi verdi... Mi piace essere negli scout, ma di questo, ti scriverò in un'altra lettera!».
In un'era digitale, non possono mancare i video-messaggi che gli operatori mostrano agli anziani con il telefonino o i disegni dei bambini che frequentano la Scuola della Pace della Comunità che in modo semplice ma molto chiaro cercano di portare serenità e speranza.
«Sono tutti stralci di vite che vengono a galla se si lasciano cadere gli impegni serrati che nascondono il nostro carattere, le nostre storie e a volte anche i valori - concludono i volontari di Sant'Egidio -permettendoci di tornare alla consapevolezza di una vita che è tessuto di storie e legami non certo economici. Questo è l'insegnamento da salvare in questo periodo di buio».

L'indirizzo «C'è bisogno anche di voi»
E' stato attivato dalla Comunità di Sant'Egidio, l'indirizzo [email protected] per tutti coloro che volessero inviare una lettera agli anziani. «Vorremmo ampliare l'iniziativa anche ad altre strutture della città sebbene non conosciamo tutti gli anziani ospiti - spiegano i volontari della Comunità - Assieme all'aiuto di tanti altri giovani e parmigiani possiamo riuscire in questa "impresa" positiva, per far sentire meno sole le tante persone anziane durante questa emergenza sanitaria».


[ Luca Molinari ]