Comunità di Sant'Egidio. Triplica il maxi-pranzo della solidarietà

Scaltriti: «L'iniziativa rappresenta la prova tangibile che è possibile la convivenza pacifica tra persone diverse»

Una famiglia pakistana cristiana, scappata dalla propria terra per sfuggire all'odio religioso, seduta di fianco ad una famiglia musulmana. Basta quest'immagine per far comprendere il clima che si respirava il giorno di Natale all'interno della chiesa di Santa Caterina, trasformata per l'occasione in un grande «ristorante» per le persone fragili e bisognose. La Comunità di Sant'Egidio anche quest'anno ha organizzato tre pranzi di Natale per gli ultimi, mettendo a tavola ben cinquecento persone.
Poveri, anziani, senzatetto, bambini e famiglie si sono ritrovati nella chiesa di Santa Caterina (piazzale Rondani), nel salone della parrocchia di Santa Maria del Rosario (via Isola) e nel salone parrocchiale delle Sacre Stimmate (quartiere Montanara) per festeggiare assieme il Natale. Non si è trattato di un semplice pranzo, ma di un vero e proprio momento di festa in cui la Comunità di Sant'Egidio ha accolto le persone incontrate durante tutto l'anno nelle case di riposo, in stazione e nei quartieri. I volontari (una settantina) hanno reso il Natale dei 36' presenti davvero indimenticabile, servendo pasti ma anche sorrisi e calore umano.
Negli ultimi tre anni, a causa della crisi, il tradizionale appuntamento solidale si tiene in contemporanea in tre parrocchie. «La solitudine, la malattia e le difficoltà economiche - afferma Bruno Scaltriti, rappresentante della Comunità di Sant'Egidio - rendono più difficile festeggiare il Natale per molte famiglie».
In tanti hanno risposto all'appello lanciato alla città dalla Comunità di Sant'Egidio, a partire dai giovani. «Siamo rimasti positivamente colpiti dalla presenza dei giovani - prosegue -. In tanti hanno partecipato per riscoprire il senso più autentico del Natale. Tra loro c'erano liceali, studenti universitari, stranieri, ma anche intere famiglie e anziani».
Gran parte dei volontari hanno partecipato all'iniziativa per riscoprire il significato più profondo del Natale. «Il pranzo - aggiunge - si è trasformato in una vera e propria festa dell'accoglienza, in cui vivere pienamente i valori portanti del Natale».
Durante il pranzo - per la prima volta plastic free come segno di rispetto e cura verso il creato - si respirava un clima di serenità e gioia. «Il pranzo - aggiunge Scaltriti - è il segno che è possibile una convivenza pacifica tra persone diverse». L'appuntamento natalizio rappresenta il momento culminante del lavoro portato avanti durante tutto l'anno dalla Comunità di Sant'Egidio. Il primo di gennaio come consuetudine è infine in programma la «Marcia della Pace» con partenza da piazza Duomo dopo la messa delle 17 presieduta dal vescovo Enrico Solmi.


[ Luca Molinari ]