Marcia silenziosa contro l'antisemitismo

Domenica in ghetto. Il rabbino Locci: «Preoccupati, ma senza paura vigiliamo e denunciamo. Le coscienze si educano»

«Da qualche anno ci sono inquietanti rigurgiti nazifascisti». Gianni Parenzo, presidente della comunità ebraica padovana, non nasconde la sua preoccupazione alla luce degli ultimi fatti di cronaca che ci rigettano nell'inquietudine di sentimenti d'odio come la xenofobia e il razzismo. Proprio quest'anno che ricorrono i 50 anni della strage di piazza Fontana; proprio oggi che si racconta l'inchiesta della Digos di Enna; proprio all'antivigilia della marcia silenziosa contro l'antisemitismo, organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio e da quella Ebraica cittadina, che domenica partirà da palazzo Moroni (alle 17.45) nel ricordo della deportazione degli ebrei padovani.
«È indubbio che anche in anni precedenti» analizza Parenzo, «accadevano fenomeni che ci indicavano l'importanza di mantenere la guardia alta. L'ultimo fatto della Digos tuttavia è decisamente inquietante e preoccupante: in ballo armi, simboli, pensieri minacciosi. Tuttavia in Italia le manifestazioni sono gravi, ma limitate alle parole, soprattutto negli stadi, e ai vandalismi (come a Roma che sono state imbrattate due lapidi dedicate a due deportati). Episodi contro le persone non ce ne sono stati, mentre in Germania è stata assaltata una sinagoga: in Europa si respira un clima pesante».
Anche il rabbino Adolfo Ahron Locci commenta l'operazione della Digos: «È una notizia che ci deve far riflettere molto attentamente» esorta, «siamo davanti ad avvenimenti che ci fanno preoccupare perché sono il risultato di un atteggiamento di superficialità - spero non premeditata - riguardo la Memoria, oggi valutata un problema e non un valore. A queste indagini e perquisizioni, che rivelano ambienti dove persone manifestano pensiero e atteggiamenti antisemiti, ma anche intenti eversivi, si aggiunge la notizia della bocciatura del consiglio comunale di Schio della mozione presentata dal Pd per il posizionamento delle pietre d'inciampo a ricordo dei deportati morti nei campi di sterminio.
Il motivo del rifiuto dato dalla maggioranza di centrodestra è sconvolgente: le pietre "rischierebbero di portare di nuovo odio e divisioni". Senza dimenticare il comune di Brescia con il suo rifiuto al conferimento della cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre. Siamo preoccupati e al tempo stesso senza alcuna paura, ancora di più impegnati nel nostro ruolo di vigilanza per denunciare ogni sentore riduzionistico o negazionistico, seppur minimo, della mostruosità della Shoah. Le coscienze non si lavano, le coscienze si educano e formano per non ripetere le aberrazioni del passato». 


[ Elvira Scigliano ]