Scatta l'ora della solidarietà, Caritas e diocesi si mobilitano

Gli interventi della comunità ecclesiale

Presto. Bisogna fare presto. È questo l'appello che risuona tra le due sponde dell'Adriatico a poche ore dal sisma che ha colpito l'Albania. «Abbiamo bisogno di viveri, coperte, tende per fare ospitalità a chi è rimasto senza tetto - dice il vescovo di Reshen, Gjergj Meta, che è anche segretario della Conferenza episcopale albanese -. E soprattutto è necessaria la solidarietà dell'Unione europea e delle nazioni balcaniche, perché non siamo attrezzati per affrontare l'emergenza. È stata la più forte scossa di terremoto da 40 anni in qua».
Intanto, la Chiesa locale e con la rete della Caritas sta portando i primi aiuti. Il ministero dell'Interno albanese, infatti, ha chiesto a Caritas Albania di fornire supporto alimentare negli otto centri di accoglienza e raccolta sfollati, in via di allestimento a Durazzo, Tirana, Helms-Kavaje e Lezhe. Un appello già raccolto dalla Caritas italiana, che come si legge in un comunicato, «ha espresso vicinanza e solidarietà a Caritas Albania con cui collabora dal 1993 per dare risposta ai tanti bisogni della popolazione locale. È possibile contribuire agli aiuti tramite il conto corrente postale n. 347013 o con una donazione sul sito www.caritas.it (causale Albania/terremoto novembre 2019).
Anche la Comunità di Sant'Egidio ha espresso «tutta la sua vicinanza al popolo albanese». «La speranza - si legge in una nota - è che la macchina dei soccorsi riesca a salvare più vite umane possibili e a portare conforto a chi è rimasto ferito o ha perso la sua casa. L'Albania, che guarda sempre più all'Europa, ha bisogno di una grande solidarietà internazionale».
Solidarietà che l'arcivescovo di Spoleto-Norcia, Renato Boccardo chiede ai suoi diocesani: «Come noi abbiamo visto accorrere molte persone dopo i terremoti che hanno sfigurato la Valnerina, è doveroso ora essere vicini agli amici albanesi». Da Firenze, dove è tornato pochi giorni fa dopo aver partecipato a un incontro interreligioso a Tirana, ha fatto sentire la sua solidarietà anche il cardinale albanese Ernest Simoni. «Sono vicino con l'affetto e la preghiera ai miei connazionali colpiti da questa tragedia. Invoco la Madonna del Buon Consiglio affinché porti consolazione a chi piange per la perdita di un proprio caro, assista i feriti e fortifichi l'opera dei soccorritori». E preghiera assicurano anche le monache clarisse di Scutari, che dalla clausura, tramite la badessa madre Sonia Giustizieri, si dicono vicine a chi soffre e invocano soccorsi dalle altre nazioni.

 


[ Mimmo Muolo ]