Come papa Francesco ci sta educando a essere cristiani

La Giornata mondiale dei poveri è fondamentale per comprendere l'attuale pontificato. Ci riporta al cuore del Vangelo, ai destinatari della missione di Gesù. E ci ricorda che solo l'amore resta per sempre

Cari amici lettori, domenica scorsa abbiamo celebrato la terza Giornata mondiale dei poveri. Vorrei tornare su questo evento, fortemente voluto da papa Francesco, perché i poveri sono una delle cifre interpretative del suo pontificato. Francesco vi insiste continuamente, senza limitarsi alle parole. Come quelle pronunciate fin dai primi giorni: «Come vorrei una Chiesa povera per i poveri». Sono innumerevoli anche i gesti e le azioni. Pensiamo solo al suo prossimo viaggio in Thailandia e Giappone, dal 19 al 26 novembre: basta scorrere il programma e si trova la visita ai malati e alle persone disabili al St. Louis Hospital di Bangkok, l'incontro a Tokyo con le vittime del "triplice disastro" di Fukushima del 2011 (sisma, tsunami e catastrofe nucleare), la visita ai sacerdoti anziani e ammalati nella Sophia University di Tokyo.
Tra i diversi gesti per poveri ricordo l'inaugurazione di una nuova casa per i senza dimora vicino al colonnato di San Pietro, sabato 15 novembre. Il centro è affidato all'Elemosineria di Sua Santità, guidata dal cardinale Konrad Krajewski, ed è dato in gestione alla Comunità di Sant'Egidio. Ho avuto modo di parlare di questo con Andrea Riccardi, fondatore di Sant'Egidio. Dalle sue parole commosse nel raccontarmi la visita del Papa a queste persone in difficoltà ho compreso come davvero Francesco cì stia educando, giorno per giorno, a essere davvero cristiani, discepoli di Gesù, annunciatori del suo Vangelo. Perché Gesù stesso, nel Vangelo di Luca, riprendendo il profeta Isaia, così indica i destinatari della sua missione: «Lo Spirito del Signore... mi ha
mandato a portare ai poveri il lieto annuncio» (4,18). Sempre in Luca, Gesù proclama: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio» (6,20). E ancora, rispondendo a Giovanni Battista, Gesù rivela di essere il Messia atteso con queste parole: «Ai poveri è annunciata la buona notizia» (7,22).
Giustamente papa Francesco, nell'omelia della Messa per la Giornata mondiale dei poveri, ha detto che «i poveri sono preziosi agli occhi di Dio perché non parlano la lingua dell'io: non si sostengono da soli, con le proprie forze, hanno bisogno di chi li prenda per mano. Ci ricordano che il Vangelo si vive così, come mendicanti protesi verso Dio». Stando con i poveri, ha quindi concluso, «servendo i poveri, impariamo i gusti di Gesù, comprendiamo che cosa resta e che cosa passa». In effetti tutto passa, nell'eternità non potremo portare nulla se non l'amore che avremo accolto e donato. Perché «Dio è amore» (1Giovanni 4,8). 


[ Antonio Rizzolo ]