"Basta dividere l'opinione pubblica con gli slogan Ora favoriamo corridoi europei per il lavoro legale"

 "Non solo il nuovo governo è finalmente nella giusta posizione per il soccorso ai migranti, ma ha anche stimolato l'Unione Europea ad assumersi nuove responsabilità, come dimostrato dalla recente disponibilità di Francia e Germania ad accogliere una quota".

Dopo l'assegnazione del porto di Lampedusa all'Ocean Viking, per la prima volta negli ultimi quattordici mesi, Andrea Riccardi, ex ministro della Cooperazione e fondatore della Comunità di Sant`Egidio, è convinto dell`importanza di una nuova strategia politica. 

 
Quale, più in dettaglio? 
«Ritengo ci sino due punti prioritari. È innanzitutto necessario considerare le frontiere del Sud come europee. Un`Unione europea che non tiene conto delle frontiere mediterranee non è una vera Unione. Il trattato di Dublino va rivisto perché è figlio di altri tempi. E stato un errore firmarlo all`epoca, e sarebbe un grave errore non cambiarlo». 
 
E l`altro punto? 
«L`atteggiamento di apertura del governo nei confronti dell`emergenza immigrazione contribuisce a ridurre la passività europea e funge da stimolo affinché tutti siano attori protagonisti nella gestione del problema». 
 
In che modo ritiene sia possibile affrontare l`emergenza immigrazione?
«Tenendo conto di due elementi chiave: la creazione di corridoi europei del lavoro, per favorire l`immigrazione legale, per consentire agli africani di trovare lavoro laddove c`è molta richiesta. Penso
alla sempre maggiore esigenza di badanti e alla manodopera, sopratutto nelle imprese del Nord. E poi attraverso una reale politica europea in Africa». 
 
In che modo?
«Bisogna smettere di parlare alla pancia della gente con slogan d`effetto». 
 
Si riferisce a Salvini?
«Non è mia intenzione commentare i suoi appelli per la chiusura dei porti o la sua preoccupazione per la recente apertura di quello di Lampedusa. Ma registro le sue posizioni e sinceramente il problema mi pare più complesso. Non si può dividere l`opinione pubblica con slogan contrapposti, con pura propaganda, su un tema così delicato. I muri, le chiusure, non servono a nulla: abbiamo bisogno di far entrare extracomunitari nei nostri Paesi».
 
Attraverso i corridoi umanitari europei?
«Proprio così. La Comunità di Sant`Egidio da anni pratica i corridoi dei siriani in Africa, ora l`Europa deve farsi carico di far arrivare gli africani sani e salvi. Dobbiamo svuotare i lager libici e bloccare il traffico di esseri umani. È inoltre necessario rendere i presidenti africani responsabili di ciò che avviene nei loro Paesi. Devono convincere uomini e donne a non mettersi nelle mani dei trafficanti di esseri umani. Non ho mai visto un presidente africano venire a Lampedusa e piangere le centinaia di suoi connazionali morti in mezzo al mare». 
 
Non tutta l`Europa però è disposta a nuove politiche per l`immigrazione e a rivedere il trattato di Dublino, che impone di inoltrare la richiesta di asilo al Paese di prima accoglienza. 
«Purtroppo l`Europa del Nord fa resistenza, ma occorre un`inversione di rotta. Non ne guadagneranno solo i migranti, ma l`Europa stessa. Perché se si negano le frontiere mediterranee, si procederà verso la provincializzazione dell`Europa. E così, invece che agli Stati Uniti d`Europa assisteremo alla formazione di un agglomerato di provincie solidali nel loro egoismo».

[ Grazia Longo ]