Riccardi: «Il Papa in Africa è un messaggio di pace»

Il fondatore della Comunità di Sant'Egidio parla dell'imminente viaggio di Bergoglio
«Di fronte all'avanzata delle sette, rilancerà la Chiesa missionaria»

Quello del prossimo viaggio di papa Francesco in Africa, che dal 4 al 10 settembre lo porterà in Mozambico, Madagascar e Mauritius, è «un messaggio di pace, un messaggio di missione alla Chiesa. Non è un caso che la riforma della Curia romana porta come primo dicastero quello all'Evangelizzazione. Una Chiesa missionaria, non rifugiata in una tradizione. Di fronte ai nuovi profeti, alla "teologia della prosperità", alle sette che hanno avuto una crescita spaventosa in 20 anni, oggi c'è una sorta di mercato delle religioni. E questo interroga molto la Chiesa». Lo dice Andrea Riccardi, la cui Comunità di Sant'Egidio ha avuto un ruolo cruciale nel primo Paese visitato dal Papa, quel Mozambico che dopo gli anni della guerra civile, proprio con la mediazione dell'«Onu di Trastevere» firmò a Roma gli accordi di pace del 1992, poi seguiti da altri lunghi anni di negoziati fino alla storica intesa del 6 agosto scorso tra il presidente Filipe Nyusi, del Frelimo, e il leader dell'opposizione Renamo, Ossufo Momade, con l'indizione di elezioni per il 15 ottobre.
«È un accordo importante, nella linea della pace» commenta Riccardi.
Per il fondatore di 
Sant'Egidio, «è interessante vedere come il Mozambico aspetta il viaggio del Papa: la tv nazionale fa il countdown. È un evento di pace e di riconciliazione. Nel 1988 ci fu Giovanni Paolo II, fu allora un grande evento in un Paese misero. C'era anche il congresso del Frelimo e il Papa ebbe il coraggio di parlare di pace: c'era una grande fame di pace». Adesso Francesco troverà un paese complesso. «Dal punto di vista della religione c'è una crisi religiosa che non si può nascondere - osserva -. Il neo-evangelismo, grandi e piccole Chiese ormai protagoniste della vita religiosa. Nella colonia portoghese la Chiesa era la religione. Anche nel comunismo era molto importante. Ora è cresciuto con forza incredibile un neo-evangelismo che ha logorato i cattolici, in tutta l'Africa, nel Mozambico in particolare. Poi c'è l`islam, tradizionale ma tentato dal fondamentalismo. È un mondo in movimento».
Bergoglio poi andrà in Madagascar, «un grande Paese povero, un piccolo continente accanto al continente», dove «ci sono giacimenti di petrolio ma il Paese è ancora miserabile, le risorse non sono utilizzate. La visita del Papa - aggiunge - è importante per il cattolicesimo locale. La metà dei malgasci è cristiana, le Chiese hanno un'influenza nella vita politica. È un grande Paese, ma è un'isola. Sarà interes
sante sentire cosa dirà il Papa».


[ Fausto Gasparroni ]