Solidarietà dietro le sbarre. Pranzo di Natale a Poggioreale con la Comunità di Sant'Egidio

L'iniziativa
Al tradizionale incontro conviviale hanno partecipato 150 detenuti. Pastore, portavoce dell'associazione: «Giusto donare un sorriso a chi soffre»

La solidarietà a volte riesce ad andare oltre ogni convenzione e ad abbattere quelle barriere che, troppo spesso, aumentano la distanza tra carcere e mondo esterno. Con questo spirito per il quindicesimo anno consecutivo, la Comunità di Sant'Egidio ha organizzato il pranzo di Natale per 150 detenuti della casa circondariale di Poggioreale.
«Dal 2004 organizziamo il pranzo di Natale a Poggioreale - spiega lo storico portavoce di 
Sant'Egidio Antonio Mattone - Questo è stato in realtà il secondo appuntamento, dopo quello di sabato scorso con
i detenuti dell'area "protetti", che ha visto la partecipazione di quelli del reparto di media sicurezza». Al banchetto hanno partecipato i detenuti dei padiglioni Genova, Salerno, Firenze, Roma, Milano, Livorno e Napoli tra quelli più poveri, stranieri o che non fanno colloqui perché non hanno più legami familiari.
«Promuovere queste iniziative - ha aggiunto Mattone - significa essere vicini a chi vive dietro le sbarre in un momento in cui l'opinione pubblica vuole sentire parlare di altro. Con questo pranzo si vuole sottolineare l'importanza del recupero del detenuto».
Un menu in piena tradizione natalizia quello servito ai reclusi, dove spiccava il baccalà islandese preparato secondo l'antica ricetta: fritto con pomodorini, capperi e olive offerto dallo chef e dal patron di Baccalaria Vincenzo Russo e Toti Lange. «Vorremmo che queste iniziative vi fossero tutto l'anno - ha aggiunto la direttrice del penitenziario Maria Luisa Palma - perché tutti i nostri 2.357 detenuti hanno voglia di avere un contatto forte ed emotivo con l'esterno».
Tante le storie di sofferenza di chi, consapevole di aver sbagliato, sta scontando la propria pena: come Antonio, che la scorsa estate ha vinto un festival canoro organizzato dai volontari; o Luca, 32 anni, dietro le sbarre perché accusato
dell'omicidio del fratello.
Tra i tanti ospiti seduti a tavola con i carcerati, Rossella Paliotto, presidente della Fondazione Banco di Napoli, Samuele Ciambriello, garante dei detenuti della Campania, don Franco Esposito, cappellano del carcere, Maurizio Teti, direttore di Vitignoitalia, Roberta Gaeta, assessore comunale alle politiche sociali; Giuseppina Troianiello e Antonino Salvia, moglie e figlio di Giuseppe Salvia (il vice direttore ucciso nel 1981 dalla camorra), la cantante Ida Rendano che ha donato un po' di allegria ai detenuti.


[ Giuliana Covella ]