Seguo da tanti anni le iniziative della Comunità di Sant'Egidio, in particolare gli incontri interreligiosi di preghiera. Quest'anno non ero presente all'iniziativa "Ponti di pace" promossa a Bologna dal 14 al 16 ottobre, ma sono andato a scorrermi il programma e i partecipanti. Come di consueto, gli interventi sono stati di altissimo livello e le personalità presenti di notevole caratura. Tanto per citarne qualcuno: l'ex presidente della Commissione europea Romano Prodi, il grande imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb, il rabbino capo di Francia Haim Korsia, il segretario del Consiglio ecumenico della Chiese Olav Fykse Tveit, ecc.
Ciononostante, la prima impressione, questo appuntamento bolognese del 2018 mi è parso una replica di altre edizioni, senza particolari elementi di novità che lo facessero spiccare e rendere memorabile. Poi però ho avuto occasione di parlare con un amico protestante che partecipava a un'iniziativa di Sant'Egidio per la prima volta. Lui, che in passato diffidava della cosiddetta "Onu di Trastevere" e che ci si era spesso tenuto alla larga, era in verità entusiasta: per la qualità del dibattito, la profondità dei temi affrontati, per il calore e la delicatezza dell'accoglienza riservata ai tanti ospiti di fedi, culture e mondi così lontani e diversi.
La reazione inaspettatamente positiva di questa persona mi ha fatto riflettere meglio sul mio primo giudizio "a caldo". Basta dare una scorsa ai giornali per capire in che clima politico-culturale tutti quanti noi siamo immersi: tensioni, rabbia, violenza compressa, rinascita di razzismo e discriminazioni, ricerca di un capro espiatorio nei diversi o nei più poveri, su cui scaricare tutta la propria frustrazione sociale. In un contesto come questo, continuare - come fa Sant'Egidio con costanza e fedeltà - a fissare l'agenda del dibattito pubblico su questioni forti e importanti come "le disuguaglianze della globalizzazione" o "la geopolitica del dialogo" è qualcosa di più che una virtù civica. Proporre la via dell'incontro e dell'amicizia tra persone di fedi e credenze diverse è più che uno stanco rituale. Di questi tempi è diventato un atto coraggioso ed evangelicamente eversivo.
[ Vincenzo Vitale ]