Diplomi d'italiano in Prefettura Sant'Egidio festeggia 70 allievi

La cerimonia
Consegnati gli attestati della Comunità. Il presidente Parisini: «La nostra è anche una scuola di pace». Porzio: «Così ci si conosce meglio»

In una cornice estremamente suggestiva e dal grande contenuto simbolico come la Prefettura si è svolta l'altra sera la consegna dei diplomi ai ragazzi della Scuola di lingua e cultura italiana della Comunità di Sant'Egidio. Invitati dal prefetto Annapaola Porzio, i diplomandi hanno potuto infatti vivere questo momento di festa nel Salone degli onori della Prefettura, alla presenza degli assessori alle Politiche sociali Carlo Grilli e alla Cultura e sport Giorgio Rossi. A fare gli onori di casa il commissario di governo, che rivolgendosi ai giovani stranieri ha sottolineato come «l'attività svolta dalla Scuola di italiano della Comunità di Sant'Egidio per l'insegnamento della lingua italiana» sia «fondamentale per potervi conoscere e per potervi accettare ancora meglio di quanto la nostra società non stia già facendo».
Tanti i volti presenti alla cerimonia, provenienti dalle parti più disparate del mondo, come quello di Sharifa, 17enne proveniente dall'Afghanistan sciita, che, dopo lo studio per il diploma di terza media, aiuta i genitori nell'apprendimento dell'italiano.
«La nostra Scuola è un qualcosa che va al di là del puro strumento didattico –ha ricordato il presidente della sezione locale della Comunità di
Sant'Egidio Paolo Parisini – e va anche oltre al semplice concetto di integrazione. Da noi la Scuola è concepita quale strumento di pace». Una settantina i diplomi consegnati, con poche defezioni e tutte giustificate in quanto, come ha ricordato più volte Parisini, questa scuola aiuta chi la frequenta anche a trovare un lavoro. Il modo migliore per favorire una vera integrazione


[ Lorenzo Degrassi ]