C'è un mondo di pace dentro la Comunità di Sant'Egidio

Uno storico e un teologo a confronto, un fondatore carismatico e un raffinato cultore del sapere teologico in dialogo: nelle amichevoli "conversazioni" tra Andrea Riccardi e Massimo Naro consiste, appunto, il libro uscito nelle scorse settimane per i tipi di San Paolo con un titolo carico di speranza: "Tutto può cambiare".
Il volume, concepito nel cinquantesimo di fondazione della Comunità di Sant'Egidio (la presentazione domani alle 17 a Santa Maria della Catena, piazzetta delle Dogane 1, Palermo) si sviluppa attraverso vari nuclei tematici: l'intuizione del fondatore e la sua graduale espansione, il respiro locale e universale, il centro della cristianità e le periferie esistenziali del mondo, le istanze socio-politiche e le riflessioni che promanano dalla storia. Attraverso sei capitoli, corredati da un'introduzione di Naro e una conclusione di Riccardi, viene analizzata la dimensione della globalizzazione per viverla da protagonisti, senza paurose nostalgie o azzardate fughe in avanti.
La fede vissuta in maniera genuina e la sensibilità storica danno a Riccardi una sorprendente lucidità nel cogliere aspetti essenziali e contingenti delle situazioni di cui racconta. Non a caso, il primo capitolo pone in evidenza il significato della preghiera: la Comunità di Sant'Egidio viene descritta come soggetto orante e operante con lo "spirito samaritano" che soffia nel postconcilio.
Il secondo nucleo di riflessioni viene dedicato ai poveri e alle nuove povertà d'oggi. Il povero è considerato "l'ottavo sacramento" che s'incontra nelle periferie: per la sua integrazione le "Scuole della Pace", veri e propri laboratori di carità "artigianale", promuovono la cultura dell'accoglienza, abbattendo steccati di ogni genere.
Il nucleo centrale del volume è costituito da numerose pagine che illustrano al contempo la metodologia e la storia della Comunità, a cominciare dalla ripresa della preghiera per la pace voluta da Giovanni Paolo II ad Assisi. La Comunità di Sant'Egidio, con il costante appoggio del pontefice polacco, se n'è fatta promotrice, aiutando a crescere i suoi membri come dei "crociati della pace". Di notevole interesse anche le pagine dedicate ai vari Sud del mondo. I cristiani, "esperti in umanità", debbono essere sensibili a cogliere le dinamiche delle nuove sfide che sono alle porte.
Riccardi, nelle pagine conclusive, stimolato maieuticamente da Naro, enfatizza un obiettivo ben preciso: la fedeltà a Cristo e alla sua Parola, concretizzata nell'ascolto degli ultimi. Con un respiro di speranza conclude: «La Comunità di Sant'Egidio è figlia del concilio, ma riesce a guardare avanti, più lontano, grazie allo spirito del concilio stesso: siamo ancora nella primavera della Chiesa, nonostante le difficoltà e i problemi».


[ Tonino Cabizzosu ]