I piccoli "corridoi" salvaprofughi

L'iniziativa umanitaria. Atterrati ieri a Fiumicino altri 33 siriani dai campi del Libano. Salgono a 900 le persone accolte in tutta Italia. Il viceministro Giro: "Così si evita di far rischiare la vita"

Ieri sono atterrati in 33. Molti giovani genitori insieme ai loro tanti bambini, alcuni dei quali nati durante la guerra in Siria, mentre altri venuti al mondo nei campi profughi in Libano. Altri ancora, invece, sono familiari di siriani arrivati nell'ultimo anno. Sono gli ultimi siriani arrivati in Italia grazie ai corridoi umanitari organizzati dalla Comunità di Sant'Egidio insieme alla Federazione delle Chiese evangeliche e alla Tavola Valdese.
Verranno ospitati in tutta Italia seguendo il principio dell'accoglienza diffusa: piccoli nuclei familiari divisi in più centri, seguiti dalle parrocchie e dalle chiese che partecipano al progetto, ma anche da operatori e professionisti con le giuste competenze. Una famiglia andrà a Valbondione (Bg), un'altra sarà ospitata in Calabria, alcuni siriani saranno accolti nelle strutture dei valdesi, qualcuno andrà a Mantova, qualcuno a Luserna San Giovanni (To) e altre località. Il giovane Iyad con sua moglie Majida, originari di Homs, e i loro tre figli maschi andranno ad Aprilia (Rm) in una struttura gestita dalla Federazione delle Chiese evangeliche e avranno il sostegno della Flai-Cgil: sarà il sindacato a garantire per un anno il mantenimento della famiglia di Iyad, che potrà seguire l'avviamento al lavoro. Due studenti invece proseguiranno l'università.
A oggi sono quasi 900 i siriani arrivati dai campi profughi del Libano grazie ai 15 voli del progetto "Mediterranean Hope", cominciato dopo l'accordo tra gli organizzatori e lo Stato italiano siglato nel febbraio 2016. Un progetto ben rodato.
Negli accampamenti
gli operatori predispongono una lista di persone bisognose. I loro casi vengono verificati prima dalle associazioni e poi dalle autorità italiane. Se l'esito è favorevole, possono avere un visto per motivi umanitari e arrivare in Italia con un volo. Nel frattempo in Italia viene predisposta l'accoglienza, con l'assistenza medica per i malati e l'iscrizione alla scuola per i bambini.
"Alcuni già lavorano nelle diverse regioni dove sono stati accolti e dove hanno imparato l'italiano", racconta Daniela Pompei, responsabile per i servizi all'immigrazione della Comunità di 
Sant'Egidio. "I corridoi umanitari dimostrano che è possibile un'alternativa ai viaggi della disperazione nel Mediterraneo e ai trafficanti di uomini - afferma Marco Impagliazzo, presidenza di San'`Egidio -. Si tratta di una via legale che ha un valore aggiunto: la sinergia tra istituzioni e società civile".
Secondo il viceministro degli Esteri Mario Giro
"rappresentano un modello anche per altre situazioni di conflitto. I Paesi europei dovrebbero consentire a chi fugge da guerre e violenze di presentare la richiesta di asilo politico senza dover rischiare la vita".
Non sarà tutto rose e fiori: "Qui in Italia potrete iniziare una nuova vita, ma non sarà
facile - ha detto ai nuovi arrivati il pastore metodista Massimo Aquilante, ex presidente della Fcei -. Incontrerete, qui in Italia, delle persone razziste. Avrete però modo di incontrare degli italiani, e sono tanti, che vogliono un mondo più giusto".


[ Andrea Giambartolomei ]