A Civitavecchia la misericordia «apre» le carceri per il Natale

Il Natale della Misericordia promosso dalla Comunità di Sant'Egidio di Civitavecchia, iniziato con il pranzo in Cattedrale insieme ai senza dimora lo scorso 25 dicembre, è continuato il 4 gennaio nei due istituti penitenziari: la Casa di Reclusione e la Casa Circondariale. Qui la Comunità ha organizzato tre pranzi ai quali hanno partecipato 192 detenuti: 90 uomini presso la Casa di Reclusione, 76 uomini e 30 donne preso la Casa Circondariale. A tavola anche il sindaco di Civitavecchia, Antonio Cozzolino, il direttore della Casa di Reclusione, Patrizia Bravetti, e quello della Casa Circondariale, Rosella Santoro. Erano presenti - insieme al personale amministrativo e alla Polizia Penitenziaria - anche i cappellani dei due istituti, padre Sandro e don Lazare, segno della vicinanza della diocesi al mondo del carcere.
Ottanta volontari - 50 civitavecchiesi, 20 romani e 10 di Santa Marinella - hanno allestito le sale, servito a ta- vola, preparato i regali e mangiato insieme ai detenuti. Fare tre differenti manifestazioni è stato un fatto straordinario, nato dal desiderio di raggiungere più detenuti possibile nell'anno del Giubileo. Un vero Natale di Misericordia come si poteva leggere in uno dei manifesti affissi in sala e come ha ribadito Stefania Tallei, responsabile del servizio in carcere della Comunità di Sant'Egidio nel mondo, durante il saluto iniziale ai detenuti. La città intera ha partecipato alla preparazione dell'evento, con donazioni giunte sia da famiglie che da alcuni ristoranti. Tradizionale il menù: antipasti, lasagne al forno, polpettone, patate, funghi e dolci natalizi. Anche i detenuti hanno collaborato preparando alcune pietanze nelle cucine del carcere. E stata una vera festa, iniziata in un clima sereno e amichevole e terminata in manifastazioni di gioia al momento del brindisi con la consegna dei regali a ognuno dei presenti.
Se il pranzo è ormai una tradizione presso la Casa di Reclusione, era la quinta edizione, per il carcere maschile di Via Aurelia Nord si è trattato della prima esperienza frutto della collaborazione avviata con la Comunità. «La presenza di molti volontari civitavecchiesi - ha sottolineato la direttrice Bravetti - contribuisce a realizzare un carcere "aperto" al territorio e alla comunità». Massimo Magnano, responsabile della Comunità di Sant'Egidio a Civitavecchia, ha ringraziato tutti coloro che hanno reso possibile il "Pranzo di Famiglia" senza separazioni e barriere. «L'amicizia tra diversi, - ha detto - cristiani e musulmani, giovani e anziani, è il vero antitodo alla violenza e alla guerra e via per costruire la pace». Un detenuto, in rappresentanza di tutti i reclusi, ha voluto ringraziare per essersi sentito come tutti, senza il senso di pregiudizio che è la grande umiliazione per chi sta "dentro".


[ Ma.Mag. ]