+ Parole - armi: Universitari e giovani lavoratori a convegno per far crescere il movimento per la pace

"Ho conosciuto la guerra nel mio paese, l'Eritrea, e vi assicuro che non c'è cosa più brutta al mondo".
"Perché ci siamo mobilitati per la pace solo adesso con la guerra in Ucraina? Quando la Siria, l'Afghanistan o tanti paesi africani erano distrutti, abbiamo dormito".
"Mi sono accorto che usavo la parola 'pace', solo quando ero coi bambini della Scuola della pace. È troppo poco. Bisogna parlare della pace ai giovani, nei quartieri, per la strada".
Sono alcune delle voci degli studenti universitari e dei giovani lavoratori che si sono dati appuntamento sabato scorso a Grottaferrata per il convegno + PAROLE - ARMI.
Oltre 150 partecipanti, tra loro decine di migranti e rifugiati, alcuni dei quali arrivati nel nostro paese con i corridoi umanitari, dal Libano, da Lesbo, dall'Etiopia, ma anche dai terribili centri di detenzione della Libia.
Dopo due intense assemblee, in cui riscoprire la forza di pace che viene dal Vangelo letto nella storia e far crescere il movimento per la pace, la giornata si è conclusa con la preghiera assieme alle famiglie ucraine ospitate dalle suore francescane missionarie di Maria a Grottaferrata.