Covid-19: Sant’Egidio con il sostegno dell'agenzia americana USAID in aiuto a chi soffre le conseguenze della pandemia

Presentato in videoconferenza stampa il programma di sostegno alimentare di Sant’Egidio supportato dal governo degli Stati Uniti, in collaborazione con l’Unione Internazionale Superiori Generali - Dall’inizio della pandemia raddoppiate le richieste di cibo.
 
“La pandemia ha avuto gravi conseguenze sul tessuto sociale e economico italiano; in pochi mesi si sono moltiplicate le richieste di aiuto e le domande di cibo”. Questo l’allarme lanciato stamattina in videoconferenza stampa dalla Comunità di Sant’Egidio, che nei mesi scorsi ha potenziato le sue attività di sostegno alimentare, grazie a uno stanziamento di fondi di USAID, l’agenzia del governo statunitense per lo sviluppo internazionale, e in collaborazione con l’Unione Internazionale Superiore Generali.
 
“In questo periodo di emergenza sanitaria e sociale, Sant’Egidio ha intensificato il servizio in strada, le distribuzioni di generi alimentari a senza dimora, anziani e famiglie vulnerabili”, ha affermato Mauro Garofalo, responsabile delle relazioni internazionali della Comunità di Sant’Egidio. “In tutta Italia abbiamo raddoppiato i pasti serviti nelle nostre mense, in condizioni di sicurezza e nel rispetto delle norme di prevenzione del Covid-19, ma anche i pasti da asporto distribuiti durante le cene itineranti. Inoltre ogni mese sono stati raggiunti migliaia di nuclei familiari con le distribuzioni di pacchi alimentari in una decina di quartieri della periferia romana e in 25 città di 15 regioni italiane. L’importante contributo di USAID, frutto di una consolidata amicizia e collaborazione tra gli Stati Uniti e la Comunità di Sant’Egidio, ci ha permesso di allargare il nostro raggio di azione a beneficio di chi ha sofferto maggiormente le conseguenze sociali e economiche della pandemia”, ha dichiarato Garofalo. “Il Covid-19 ha messo in luce la centralità delle reti di prossimità e solidarietà, che sono ancora più essenziali oggi per combattere la solitudine e l’isolamento di tante persone. La presenza capillare di Sant’Egidio in diversi contesti periferici ci ha permesso di rispondere in maniera rapida ed efficace agli accresciuti bisogni e di intercettare nuove domande”, ha concluso Garofalo.

Nel corso dell’evento virtuale, l’ambasciatore degli Stati Uniti d’America presso la Santa Sede, S.E. Callista L. Gingrich, ha dichiarato di “essere lieta che l’Unione Internazionale delle Superiori Generali (UISG) di concerto con la Comunita di Sant’Egidio abbia aiutato le comunità religiose e i rifugi per senza dimora a fornire assistenza medica e consegnare prodotti per l’igiene a coloro maggiormente in difficoltà”. Ha proseguito, poi, affermando che “la Comunita di Sant’Egidio e l’Unione Internazionale delle Superiori Generali sono due esempi di come le organizzazioni religiose siano in prima linea nell’aiutare le popolazioni più vulnerabili. Esse rappresentano un’ancora di salvezza per le comunità che si ritrovano a fronteggiare nuove avversità, dando conforto agli oppressi”.
 
Suor Patricia Murray IBVM, segretaria esecutiva della UISG, ha commentato: “Sono stato molto toccata dalla testimonianza di tante suore anziane, le cui vite sono state completamente cambiate dal Covid-19. Non vivono in una situazione protetta, ma condividono le stesse paure e ansie di tutti. Esse attingono dalla loro profonda fede in Cristo e dipendono dalla generosità degli altri per aiutare i poveri personalmente e come comunità. Esprimo profonda gratitudine a coloro che si sono adoperati per sostenere le nostre congregazioni e garantire che i nostri conventi siano luoghi sicuri in questo momento, specialmente per coloro che sono anziani e fragili”.

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