#10ottobre: Giornata mondiale della salute mentale

Sabato 10 ottobre è la giornata mondiale della salute mentale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che nel mondo quasi un miliardo di persone convive con un disturbo mentale. Numeri destinati a cambiare radicalmente a causa dell’impatto che la pandemia di COVID-19 sta avendo sulla popolazione di tutto il mondo. Eppure, attualmente non tutti hanno accesso a servizi sanitari di qualità. Nei Paesi a basso e medio reddito oltre il 75% delle persone con disturbi mentali o neurologici e con problemi di abuso di sostanze non vengono curate. Al contrario stigma, discriminazioni e violazioni dei diritti umani sono molto diffusi. Sono queste le premesse che hanno spinto l’OMS a celebrare il World Mental Health Day 2020. L’edizione 2020 della Giornata ha come tema “Salute mentale per Tutti, maggiori investimenti – migliore accesso. Per Tutti, ovunque”.
 

 A partire dalla Legge 180/78, l’Italia è considerata dall’OMS il Paese che dispone della legislazione più rispettosa dei diritti delle persone con disturbi mentali. Oggi siamo consapevoli che, seppure ostacolata, solo parzialmente attuata e persino tradita, la legge 180 - insieme alla legge 833 - rappresenta un potente motore di trasformazione delle istituzioni e di affermazione dei diritti civili e sociali dei soggetti più fragili. Quell’impianto normativo, ribattezzato nella vulgata “legge Basaglia”, dal nome del medico veneziano che l’aveva promossa, non si è limitato solo a sopprimere l’ospedale psichiatrico sancendone l’inadeguatezza quale istituto di cura per chi soffre di disturbi mentali, ma ha disegnato pionieristicamente il sistema dei servizi di assistenza psichiatrica territoriali senza e oltre il manicomio. Sul fondamento della legge n. 180, le persone con disagio psichico e sociale hanno diritto alla libertà, all’integrazione, all’inclusione e a “abitare”, laddove si sia interrotta la convivenza e il legame con la famiglia di origine, con altre persone, in condizioni in cui sia loro consentita una partecipazione attiva alla vita sociale e un agevole accesso ai servizi commerciali, sociali e sanitari. 

La Comunità di Sant’Egidio ha maturato una grande esperienza a Roma, in Italia e in tanti Paesi, aiutando le persone fragili e marginali con disagio psichico, tratto comune a tante situazioni di povertà. Un esempio di questo è stato il processo messo in atto da Sant’Egidio in Albania, in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità e con il Ministero della Salute locale, per una riforma dell’intero sistema di servizi per la salute mentale che ha portato anche all’apertura a Tirana di due case famiglia per malati psichici che hanno accolto tutti i pazienti del “reparto cronici” dell’Ospedale Psichiatrico pubblico. In Italia la Comunità di Sant’Egidio svolge da anni un servizio di supporto alle persone con disturbi psichici.

Alla fine del 2012 è nata l'esperienza delle convivenze protette di Sant’Egidio per persone con disturbi mentali e disagio e sociale.   Un protocollo d’intesa tra Sant’Egidio, ASL e Comune, è stato siglato nel novembre 2017 allo scopo di ufficializzarle e creare un possibile modello di residenzialità leggera. I servizi territoriali del Dipartimento di Salute Mentale e del Servizio per le Dipendenze ne hanno incoraggiato lo sviluppo, perché rispondenti al bisogno sociale delle persone fragili prese in carico dai servizi. Si tratta di convivenze in piccoli nuclei, da due a sei persone, dove si vive uno spirito familiare.  Le convivenze sono “protette” dal supporto quotidiano di operatori e volontari di Sant’Egidio, dalla presa in carico degli ospiti da parte del Centro di Salute Mentale e/o del SERD, dalle visite del medico di base e dal sostegno sociale da parte del Comune e dell’Ufficio Tutele. Oggi le otto convivenze nella provincia nord di Roma, a Civitavecchia,  costituiscono una rete radicata nel territorio. Esse ospitano persone che prima vivevano la condizione della malattia nella solitudine della vita per la strada o del ricovero in cliniche psichiatriche. Sono collocate in zone centrali, vicine ai servizi commerciali e ai servizi sanitari territoriali. La libertà di vivere la propria vita in una bella casa insieme e con l’aiuto di altre persone è davvero terapeutica e tanti sono rinati in questa esperienza che pone la persona al centro e gli offre l’opportunità di stabilire tante relazioni. L’8 ottobre, alla vigilia della giornata mondiale della salute, quasi a sottolinearne l’importanza, è stato firmato un nuovo protocollo di intesa con ASL e Comune per l’avvio della prima convivenza di Sant’Egidio a Bracciano. E’ l’inizio di una rivoluzione dal basso per la conquista di diritti civili e sociali per tanti.