Ricordando Jerry Essan Masslo: riconoscere il lavoro dei braccianti stranieri. Ci sia più impegno per l'integrazione

Oggi pomeriggio, a Villa Literno, la Comunità di Sant’Egidio ha ricordato Jerry Essan Masslo, profugo sudafricano ucciso il 24 agosto del 1989, al ritorno dal lavoro nei campi del casertano. Un simbolo ormai per tanti, italiani e immigrati, che credono nell’integrazione e rifiutano ogni forma di violenza e di intolleranza. Una delegazione di italiani e immigrati, proveniente da diverse città, ha reso omaggio alla sua tomba, alle 17.30, nel cimitero di Villa Literno.
Daniela Pompei, responsabile di Sant’Egidio per i servizi all’immigrazione, ha ricordato quanto, in questi 29 anni, il lavoro e la presenza di tanti stranieri, ormai “nuovi italiani”, hanno fatto progredire il nostro Paese. Ma ora, in un clima che si fa troppo spesso teso e di contrapposizione sui temi che riguardano l’immigrazione, “è giunto il momento di costruire con maggiore convinzione il processo di integrazione”. Sono stati inoltre ricordati tutti i braccianti, che svolgono un lavoro prezioso ma al tempo stesso pieno di rischi, come attestano le recenti stragi nel foggiano: “L’Italia dovrebbe essere più riconoscente nei loro confronti”.
Anche il sindaco di Villa Literno, Nicola Tamburrino, ha parlato di “percorsi di integrazione” avviati nelle scuole locali e altrove, che dimostrano “quanto il sacrificio di Jerry Masslo non è stato inutile“. Il vescovo di Aversa, mons. Angelo Spinillo, celebrando nella chiesa di Maria Assunta una liturgia in sua memoria, ha ricordato l’emigrazione di tanti italiani, partiti da quelle terre campane in cerca di fortuna, e ha ammonito: “Non si chiude la porta di fronte a chi emigra e cerca accoglienza tra noi”.

 

La storia di Jerry Essan Masslo