Giubileo della Misericordia con i poveri a Monaco e a Innsbruck

Il pellegrinaggio nella città bavarese attraverso la Porta Santa più grande del mondo.

Era una folla tutta speciale quella riunita a Monaco di Baviera il 30 settembre, davanti alla chiesa del Sacro Cuore. Rifugiati da Africa e Medio Oriente, ospiti di residenze per anziani, persone senza dimora, famiglie, uomini e donne provenienti da diverse parrocchie si sono incontrati a seguito dell' invito della Comunità di Sant'Egidio per celebrare il Giubileo della Misericordia.

Introdotta dal saluto di Ursula Kalb della Comunità di Sant'Egidio, la più grande Porta Santa del mondo si è aperta davanti agli occhi di centinaia di persone. Nell‘atmosfera suggestiva creata dal movimento lento delle due porte giganti, che riflettevano il sole con la superficie semitrasparente, le parole della preghiera di Papa Francesco per il Giubileo hanno toccato il cuore. "Andiamo attraverso la Porta Santa per ricevere la misericordia del nostro Padre celeste e diventare messaggeri della sua compassione per il mondo". Il decano David Theil, il parroco della chiesa del Sacro Cuore, Robert Hof, e altri sacerdoti benedicevano tutti che attraversavano la Porta Santa.

Pochi giorni dopo, il 5 ottobre, persone di ogni età insieme a profughi della Siria, immigrati da Ucraina, Bosnia e Indonesia, si sono si riuniti anche a Innsbruck, in Austria, per passare attraverso la Porta del Giubileo nella cattedrale di San Giacomo, dove si è svolta una preghiera per la pace ad Aleppo e in tutta la Siria, Il tema della pace è stato sentito in maniera profonda soprattutto dagli anziani, che hanno sofferto per la durezza della seconda guerra mondiale.

L'amministratore diocesano Jakob Bürgler ha indicato la pace come "il frutto del pentimento e della preghiera che nascono dal cuore. Pace è disponibilità al dialogo, il superamento delle chiusure, la costruzione di ponti. Per questo vogliamo pregare qui".

Alla preghiera c'erano alcuni anziani che vivono in istituto. Per loro è stata una delle rare occasioni per uscire dalla quotidianità dell'istituto, vivendo in prima persona l‘attenzione misericordiosa di Dio alla loro debolezza.