PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Vigilia del giorno del Signore
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Vigilia del giorno del Signore
sabato 1 febbraio


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Chiunque vive crede in me
non morrà in eterno.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal secondo libro di Samuele 12,1-7.10-17

Il Signore mandò il profeta Natan a Davide, e Natan andò da lui e gli disse: "Due uomini erano nella stessa città, uno ricco e l'altro povero. Il ricco aveva bestiame minuto e grosso in gran numero, mentre il povero non aveva nulla, se non una sola pecorella piccina, che egli aveva comprato. Essa era vissuta e cresciuta insieme con lui e con i figli, mangiando del suo pane, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno. Era per lui come una figlia. Un viandante arrivò dall'uomo ricco e questi, evitando di prendere dal suo bestiame minuto e grosso quanto era da servire al viaggiatore che era venuto da lui, prese la pecorella di quell'uomo povero e la servì all'uomo che era venuto da lui".
Davide si adirò contro quell'uomo e disse a Natan: "Per la vita del Signore, chi ha fatto questo è degno di morte. Pagherà quattro volte il valore della pecora, per aver fatto una tal cosa e non averla evitata". Allora Natan disse a Davide: "Tu sei quell'uomo! Così dice il Signore, Dio d'Israele: "Io ti ho unto re d'Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, Ebbene, la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, poiché tu mi hai disprezzato e hai preso in moglie la moglie di Uria l'Ittita". Così dice il Signore: "Ecco, io sto per suscitare contro di te il male dalla tua stessa casa; prenderò le tue mogli sotto i tuoi occhi per darle a un altro, che giacerà con loro alla luce di questo sole. Poiché tu l'hai fatto in segreto, ma io farò questo davanti a tutto Israele e alla luce del sole"".
Allora Davide disse a Natan: "Ho peccato contro il Signore!". Natan rispose a Davide: "Il Signore ha rimosso il tuo peccato: tu non morirai. Tuttavia, poiché con quest'azione tu hai insultato il Signore, il figlio che ti è nato dovrà morire". Natan tornò a casa.
Il Signore dunque colpì il bambino che la moglie di Uria aveva partorito a Davide e il bambino si ammalò gravemente. Davide allora fece suppliche a Dio per il bambino, si mise a digiunare e, quando rientrava per passare la notte, dormiva per terra. Gli anziani della sua casa insistevano presso di lui perché si alzasse da terra, ma egli non volle e non prese cibo con loro.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Se tu credi, vedrai la gloria di Dio,
dice il Signore.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Il Signore invia Natan da Davide per denunziarne il peccato e provocarne il pentimento. È il compito affidato alla predicazione dei profeti: l'orgoglio acceca e impedisce di vedere anche il peccato più evidente nel quale siamo caduti. Abbiamo bisogno che la Parola di Dio ci mostri il peccato e illumini il cuore sulla via della conversione. Non basta una semplice denuncia. Il Signore infatti non vuole la morte del peccatore ma che si converta e viva. Natan, volendo far comprendere a Davide l'abisso nel quale è caduto, gli narra la parabola di un ricco possidente che ruba al povero l'unica pecorella che possedeva. Davide reagisce violentemente ed emette subito la sentenza dichiarando che colui che aveva compiuto un tale delitto avrebbe dovuto restituire quanto indicato dalla Legge (v. 5), ossia il quadruplo (cfr. Es 21,37) o il settuplo (Pr 6,31), e in più avrebbe meritato la morte (v. 6). Stupisce che Davide non si riconosca nella figura del prevaricatore. L'orgoglio impedisce di vedere. Abbiamo bisogno che qualcuno ci spieghi la Parola di Dio. In effetti, Davide non comprese il suo peccato finché Natan non glielo dichiarerà chiaramente: "Tu sei quell'uomo" (v. 7). Non basta ascoltare la Parola di Dio una volta per tutte, abbiamo bisogno di ascoltarla con frequenza e che ci venga spiegata dal profeta. Natan spiega a Davide il significato della parabola: prima gli enumera i doni che Dio gli aveva fatto (vv. 7-8) e poi gli fa capire che aveva "disprezzato la parola del Signore", compiendo il male (v. 9). Le parole di Natan ebbero subito il loro effetto medicinale: Davide non tenta di giustificarsi. Accoglie il giudizio della Parola di Dio, riconosce il suo peccato e dice: "Ho peccato contro il Signore" (v.13). Davide, davanti al profeta, confessa il suo peccato. E il Signore, tramite Natan, lo perdona. Giovanni Crisostomo commenta: "Considera che Dio è lento nel punire, veloce nel salvare". Il testo nota che "Natan tornò a casa" (v. 15) e Davide restò solo davanti a Dio. E la tradizione di Israe-le mette sulle labbra di Davide il Salmo 50, il più conosciuto dei salmi penitenziali.